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Venerdì, 19 Aprile 2024

E' omonimo di un narcos e va in carcere per traffico di droga: risarcito con 130mila euro

Nome e data di nascita coincidevano con il ricercato (ancora latitante). La storia raccontata dal Corriere della Sera

Per un errore nell'identificazione di un intercettato, finisce dietro le sbarre un serbo figlio di un procuratore di Sarajevo e sposato con la figlia di un ex primo ministro. L'accusa, pesantissima, è di traffico internazionale di droga. E con questa accusa resta in carcere 17 mesi, con una condanna in primo grado di sei anni e mezzo, prima che gli venga riconosciuto lo scambio di persona. Il Corriere della Sera racconta la disavventura capitata a Ivan Zobovic, nato in Serbia il 28 dicembre 1970.

Generalità e data di nascita dell'uomo coincidono con quelli di un narcos ricercato nel corso di un'indagine a Bari della guardia di finanza. Il latitante, però, è croato e con un numero di passaporto diverso dall'uomo finito in prigione. Solo la tenacia del suo difensore ha permesso che la vittima dell'errore fosse risarcita: per il danno è stata riconosciuta una somma di 130mila euro, anche se ne erano stati chiesti 300mila.

Ventidue anni in carcere da innocente: risarcito dallo Stato con 6,5 milioni di euro 

Arrestato in Slovenia ed estradato a Gorizia, ora la Corte d'appello di Milano gli ha riconosciuto il danno risarcendolo per ingiusta detenzione tra dicembre 2012 e aprile 2013.

Fonte: Corriere della Sera →
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