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Giovedì, 25 Aprile 2024

Lite tra medici per l'uso della sala operatoria, la neonata muore per il ritardo: 8 indagati

Secondo i periti del tribunale, la madre doveva essere operata con un cesareo d'urgenza che in realtà è stato eseguito con un ritardo di un'ora e mezza a causa del diverbio tra due medici dell'ospedale Di Venere di Bari per l'uso di una sala operatoria

Otto medici sono indagati a Bari per la morte di una bambina avvenuta lo scorso anno: la madre doveva essere sottoposta a un cesareo d'urgenza ma le sale operatorie dedicate a questo intervento erano già occupate. La vicenda è raccontata nei dettagli da La Gazzetta del Mezzogiorno. Secondo la ricostruzione dei periti della Procura, riportata dal quotidiano, ci sarebbe stato un ritardo fatale nell'inizio dell'intervento dovuto a un "alterco" tra due medici dell'ospedale Di Venere che si contendevano il tavolo di una sala operatoria, rimasta poi inutilizzata per oltre un'ora e mezza. 

La madre della piccola era stata ricoverata al Di Venere sabato 30 aprile dello scorso anno con "l'aspettativa di un parto normale" alla 41esima settimana. La sera di domenica, la donna entra in travaglio e la mattina dopo i medici registrano una lieve sofferenza fetale, che porta alla decisione di intervenire con un cesareo d'urgenza. La sala del reparto di Ostetricia è occupata per due cesarei programmati, quindi si decide di ripiegare su una sala operatoria in Chirurgia generale. 

E a questo punto scoppia il caso. Il primario di chirurgia sostiene che sta per arrivare un paziente con un'appendicite. Chi va prima? Un inciso: tutto ciò accade in un blocco operatorio in cui ci sono otto sale, di cui 2 fuori uso per problemi strutturali, e delle altre sei solo tre sono disponibili per interventi d'urgenza: ma l'equipe di anestesisti è solo una.

L'unico anestesista suggerisce di procedere con il cesareo, ma - come scriverà in una relazione - viene "dissuaso dalle rimostranze dei chirurghi che in maniera perentoria e ad alta voce, asserivano che nella sala di chirurgia generale potevano operare soltanto loro". Il chirurgo invece preciserà: "Nessuno mi ha riferito dell'estrema gravità dell'intervento ed urgenza dell'intervento ostetrico". La paziente con l'appendicite entrerà in sala operatoria dopo tre ore, alle 14, mentre la  mamma della piccola finisce sotto i ferri alle 12.05 ("durante l'attesa non viene sottoposta a tracciato", scrive La Gazzetta), quando ormai è troppo tardi: la bimba muore strozzata dal cordone ombelicale nel grembo della madre. 

l pm Gaetano De Bari, aveva già inviato un avviso di conclusione delle indagini per concorso in omicidio colposo a 8 tra medici e infermieri del «Di Venere», sulla base di una consulenza medico legale che rilevò il «mistero» di quell'ora (o ora e mezza) di buco tra la richiesta di intervento e l'inizio dell'operazione, tempo comunque superiore alla mezz'ora (massima) prevista dalle procedure di intervento richieste per un taglio cesareo classificato come codice rosso/giallo

A svelare l'origine del ritardo, scrive La Gazzetta, è stata un'informativa dei Nas datata 21 febbraio, che afferma che l'intervento fu ritardato a causa della lite tra i medici per la sala operatoria. "Per questo, il numero originario delle persone coinvolte è destinato a cambiare con richieste di archiviazione e nuovi indagati (per ora non citiamo i nomi) che saranno destinatari di un nuovo 'avviso'", conclude il quotidiano. 

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno →
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