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Giovedì, 28 Marzo 2024

Uccide l'amante di 77 anni e inscena il suicidio: "Ha legato Fernanda ad un termosifone"

E' successo a Verona. A trovare il corpo di Fernanda Paoletti, legato per il collo ad un termosifone, sono stati il figlio e la vicina. Le indagini poi hanno portato alla luce la relazione clandestina della donna con un uomo sposato

Nonostante l'età avanzata si erano conosciuti su Facebook e la loro relazione clandestina andava avanti da circa un anno. Clandestina in quanto lui, 72 anni, era sposato e lei però, 77 anni, avrebbe ad un certo punto preteso un impegno più serio, facendo scattare la molla che ha portato al suo omicidio. Fernanda Paoletti è stata trovata morta il 4 giugno nella sua abitazione a Verona e le indagini della Squadra Mobile hanno portato all'arresto di Pietro Di Salvo con l'accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione.

Come ricostruisce Luca Stoppele su VeronaSera, è stato il figlio della donna a scoprire l'orrore, trovando in casa il corpo della donna, ormai morta, legato per il collo con una corda verde al termosifone. I tentativi di rianimarla, dopo averla liberata, sono risultati vani ed è partita subito la chiamata al 118 e alle forze dell'ordine. Sul posto dunque sono arrivati gli uomini della Squadra Mobile di Verona, cha hanno subito dato il via all'attività investigativa per capire quanto accaduto.

Il dirigente Roberto Di Benedetto, in una conferenza stampa che si è tenuta in Questura, ha spiegato che l'ipotesi del suicidio è stata scartata per prima: la donna infatti risultava essere ancora una persona dinamica e con molti interessi, un profilo che non combacia con quello degli aspiranti suicidi; inoltre la corda era stata legata in un punto troppo basso per portarla alla morte e un problema alle braccia le avrebbe impedito di eseguire quel nodo in quella posizione. Si trattava dunque di un maldestro tentativo di camuffare un delitto: la casa era sostanzialmente in ordine e le uniche cose che mancavano erano il suo cellulare e la sua borsa.

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Tramontata anche l'ipotesi di una rapina finita male, si è stretto il cerchio attorno ai suoi affetti e conoscenti. A mettere le indagini sui giusti binari è stata un'amica della defunta, la quale ha raccontato alla Polizia che la 77enne aveva una relazione segreta con un uomo sposato, Pietro Di Salvo, che abitava poco distante, aggiungendo che i due erano soliti incontrarsi proprio il lunedì mattina. I tasselli della vicenda hanno iniziato a trovare il loro giusto posto e gli uomini della Mobile, quando ormai era vicina la mezzanotte, hanno dunque fatto visita al sospettato presso la sua abitazione. Il 72enne però non c'era: quella stessa mattina, intorno alle 11.30, era stato colto da un malore e portato in ospedale. Una coincidenza apparsa subito strana agli occhi degli investigatori, che grazie alle celle telefoniche sono riusciti ad "agganciare" lo smartphone di Fernanda, ipotizzando che alle 10 del mattino potessere essere viva. Concordando con i risultati ottenuti dalla Polizia di Stato, che ha rinvenuto anche tracce di DNA compatibile con Di Salvo sulla corda a cui era legata la donna, il Pm Zanotti ha deciso di prendere tutte le precauzioni affinché l'indagato non si allontanasse da Verona.

L'8 giugno si è svolto l'interrogatorio con protagonista l'indiziato che, dopo aver negato in un primo momento di aver avuto una relazione sentimentale con la vittima, ha poi confessato l'omicidio, motivandolo proprio come un delitto passionale. Nei confronti dell'uomo è scattata dunque la misura cautelare del carcere, ma attualmente questo si trova ricoverato nel reparto di cardiologia dell'ospedale di borgo Trento, in attesa di un intervento dopo il malore che lo ha colto nei momenti successivi al delitto e piantonato dal personale della Questura di Verona.

Fonte: VeronaSera →
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