Giallo di Pordenone, beffa dalle telecamere di sorveglianza: erano solo "giocattoli"
Le telecamere da cui si sperava potessero giungere informazioni utili, anche se non fondamentali, sono soltanto dei giocattoli. Ciò significa che il sistema di videosorveglianza non ha mai funzionato. Si tratta in pratica di contenitori vuoti: niente obiettivi e i cavi sono scollegati. L'articolo di Loris Del Frate sul Gazzettino fa chiarezza su questo punto
Si complicano le indagini sull'omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza, i fidanzati uccisi a Pordenone. Le telecamere da cui si sperava potessero giungere informazioni utili, anche se non fondamentali, sono soltanto dei giocattoli. Ciò significa che il sistema di videosorveglianza non ha mai funzionato. Si tratta in pratica di contenitori vuoti: niente obiettivi e i cavi sono scollegati. L'articolo di Loris Del Frate sul Gazzettino fa chiarezza su questo punto.
Quelle quattro telecamere sono proprio sul Palazzetto dello sport di Pordenone, e una era situata esattamente sopra la Suzuki Alto dove sono stati freddati Trifone e Teresa. Ma non saranno utili in alcun modo alle indagini. Si era detto che in passato era stata modificata la traiettoria della visione (prima erano puntate sul parcheggio, ora sono perpendicolari all’asfalto sottostante) per le norme sulla privacy, e che quindi non avrebbero potuto aiutare gli investigatori. Quel che emerge è ancora più sorprendente.
Quel sistema di videosorveglianza non ha mai funzionato. E' sempre stato scollegato. Era "tutta scena".
Il Gazzettino scrive:
Le telecamere bianche di prima generazione sono quindi sempre state inutili. Un sistema a circuito chiuso che non ha mai ripreso nulla. Su questo fronte il killer può dormire sonni tranquilli. Erano state montate almeno 5 - 6 anni fa per fare da deterrente in una zona che allora era diventata a rischio. Giri di droga e vandali che facevano danni e andavano a fare i bisogni in una zona molto frequentata da bambini e giovani.
