Il papà del ragazzo ucciso a Vasto: "Anche oggi darei la mia vita per far tornare Roberta"

"Quando mio figlio ha saputo che la signora era deceduta nell'incidente, è morto anche lui. Viveva giorni d'inferno". È disperato il papà di Italo D’Elia, il ragazzo ucciso a Vasto da Fabio Di Lello, il calciatore divenuto giustiziere dopo la morte della moglie, Roberta Smargiassi, in un incidente stradale.

I familiari di Italo raccontano una storia diversa da quella finora uscita sui giornali. Nessuna "strafottenza" da parte di Italo come invece sostenuto dal legale di parte civile, Giovanni Cerella. Quella storia atroce aveva segnato anche lui, racconta a Studio Aperto il papà del ragazzo ucciso. "Quando siamo andati in ospedale (…) mi hanno detto di dargli una mano, di portarlo fuori. Lui mi ha detto: 'Papà io esco, ma è come se non uscissi perché sono finito. Tutte le sere quando mi metto a letto vedo quell'immagine con me, ed è una cosa atroce'...".

Omicidio Vasto | Italo D'Elia | Fabio Di Lello

"Eravamo disperati, capisco il dolore di questo signore. Avrei voluto dare la mia vita per riportare la signora in vita. E tutt'ora sono disposto a questo, se ci fosse un miracolo. Io di rabbia non ne ho, io non ho nessuna rabbia. Sono addolorato sia per lui che per mio figlio, e non abbiamo rabbia contro nessuno. Noi non volevamo questo".

"Italo era un ragazzo buono, sempre disponibile verso gli altri", aggiunge lo zio. "Purtroppo è stata una disgrazia, un incidente stradale. Ci sono state campagne di odio che hanno portato a queste conseguenze che noi non meritavamo e non volevamo". 

(In basso l'incrocio in cui è avvenuto l'incidente mortale costato la vita a Roberta Smargiassi)

Omicidio Vasto | Italo D'Elia | Fabio Di Lello | Roberta Smargiassi