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Venerdì, 19 Aprile 2024

Ospedale lasciato a metà da 58 anni: è l'opera incompiuta più vecchia d'Italia

Un'inchiesta del Corriere della Sera ripercorre tutte le tappe della vicenda dell'ospedale di San Bartolomeo in Galdo

Una storia emblematica. L'opera incompiuta più vecchia d'Italia è un ospedale campano. Il fatto è che i lavori iniziarono addirittura nel 1957 e l'ospedale di San Bartolomeo in Galdo si è guadagnato nel tempo il triste primato.  Davvero incredibile, dopo 58 anni l'ospedale San Pio in provincia di Benevento non è mai stato completato. Un'inchiesta del Corriere della Sera ripercorre tutte le tappe della vicenda. La struttura, nel progetto originario, prevedeva reparti di Rianimazione, Terapia intensiva, Medicina, Chirurgia, Laboratorio di analisi, Radiologia, Cardiologia, Ostetricia/Ginecologia, Pediatria, Ortopedia, Riabilitazione e Ortotraumatologia. Più di 130 posti letto, cinque piani. 

Forse era un lusso per una popolazione di circa 35 mila abitanti della valle del Fortore un ospedale di cinque piani. Ma il punto non è quello. C'era qualcosa di sbagliato sin dall'inizio: basti pensare l'ospedale è costruito in cima a una montagna. Infatti per arrivare a San Bartolomeo in Galdo si viaggia su una strada di montagna tortuosa, piena di avvallamenti e cedimenti. La prima pietra fu posizionata nel 1962; i lavori furono ultimati intorno alla metà degli anni settanta, dopo una prima catena di ritardi.

Tante revisioni progettuali, intoppi, con assurdità notevoli. A metà  degli anni '90 si giunge al paradosso. Pur essendo un ospedale fantasma viene bandito un concorso per la copertura di 90 posti destinati a primari, infermieri e personale amministrativo. Il Corriere della Sera ha sentito uno dei vincitori del concorso come primario di Anestesia, Pietro De Vizio. 

"Non essendoci una sala operatoria, o meglio, essendoci una sala operatoria ma mai aperta non potevo svolgere il mio lavoro di anestesista - racconta -. Andai nella struttura di San Bartolomeo per alcuni mesi ma non c'era quasi niente. Fui trasferito in un altro ospedale ".

Indignazione che aumenta quando uno dei tanti cittadini della zona accusa un malore e per essere curato adeguatamente è costretto a sobbarcarsi almeno un’ora di viaggio.

Fonte: Corriere della Sera →
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