Disastro Germanwings, il padre di Lubitz attacca: "Non era depresso, non voleva suicidarsi"
Secondo le indagini Andreas Lubitz approfittò dell'uscita dalla cabina del comandante, Patrick Sondenheimer, per barricarsi all'interno e pilotare il velivolo contro il suolo. "Non è stata colpa di mio figlio": ne è certo Gunter Lubitz, il quale sostiene di avere prove che confermerebbero il tutto. Ne ha parlato col settimanale Zeit
Sono passati esattamente due anni da quel drammatico 24 marzo 2015, quando l'aereo della Germanwings decollato da Barcellona, direzione Dusseldorf, precipitò al suolo con 150 persone a bordo in seguito ad azione deliberata del copilota Andreas Lubitz durante la fase di crociera sulle Alpi di Provenza francesi.
Il padre di Lubitz va all'attacco della Procura: "Mio figlio non era depresso, non voleva suicidarsi". Secondo le indagini Andreas Lubitz approfittò dell'uscita dalla cabina del comandante, Patrick Sondenheimer, per barricarsi all'interno e pilotare il velivolo contro il suolo.
"Non è stata colpa di mio figlio": ne è certo Gunter Lubitz, il quale sostiene di avere prove che confermerebbero il tutto. Ne ha parlato col settimanale Zeit: "Tutti credono alla teoria del copilota depresso da tempo, che ha scelto di schiantarsi sulle montagne. Un atto premeditato. Noi siamo convinti che questa ricostruzione sia falsa".
Frasi che hanno irritato, e non poco, i parenti delle vittime.
Gunter Lubitz dice che gli inquirenti "non avrebbero dovuto sequestrare le cartelle cliniche del copilota, in quanto esisteva un divieto di sequestro". Il procuratore Christoph Kumpa ha però replicato che il sequestro è avvenuto con un apposito decreto giudiziario.
L’uomo ha annunciato per oggi una conferenza stampa con l’obiettivo di confutare la tesi della depressione del figlio.
