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Martedì, 23 Aprile 2024

Tutto il palazzo ruba la corrente elettrica al panificio: "Costretti a chiudere"

A Filiciuzza, Palermo, un'intera palazzina si era allacciata abusivamente alla luce di un panificio aperto da due giovani imprenditori: l'articolo di PalermoToday

PALERMO - La vicenda raccontata oggi da PalermoToday è surreale. Ma non c'è davvero nulla da ridere, purtroppo. A Filiciuzza un'intera palazzina si era allacciata abusivamente alla luce di un panificio aperto da due giovani imprenditori: i titolari sono stati "costretti" a chiudere.

Dopo le numerose richieste dei titolari di interrompere "l’approvvigionamento", gli abitanti del palazzo hanno reagito con minacce "simboliche" (creando delle croci coi filoni di pane) e anche fisiche. Sono partite inevitabili le denunce alle forze dell'ordine, ma a ottobre 2015 i giovani hanno deciso di chiudere bottega: la situazione si era fatta troppo pesante. 

Miriam La Barbera è una giovane mamma palermitana che insieme al marito aveva aperto lo scorso ottobre un’attività in via Salvatore Morso, nella zona di corso Tukory, alla Filiciuzza: "Il forno La Barbera". "Appena sono arrivate le prime bollette da 500 e 1.000 euro, nonostante avessimo il forno a legna e pochissimi elettrodomestici, ci siamo insospettiti”, spiega.

Dopo un po' di esitazione i due si sono rivolti all’Enel che, effettivamente, ha accertato come il contatore girasse velocemente nonostante fosse tutto staccato. "Ci siamo limitati inizialmente, non mettendo neanche la macchinetta del caffè o il forno a microonde. Avevamo preferito il forno a legna anche per costi e consumi. Nel giro di poche settimane ci siamo riusciti a ritagliare la nostra fetta di mercato".

"Siamo riusciti a scoprire che un’intera palazzina gravava su di noi per i consumi elettrici. La sera, quando teoricamente noi non eravamo ‘aperti’, il contatore girava all’impazzata. Come se coloro che si erano allacciati abusivamente avessero ’messo le lavate’ e contemporaneamente avessero tenuto accesi i condizionatori, tutti insieme, approfittando della nostra assenza".

"Mi dicevano di averne bisogno - continua - e anzi in un primo momento ci siamo pure proposti di lasciarglielo fare facendogli pagare qualcosa. Le donne mi dicevano che avrebbe dovuto essere il nostro contributo per le ‘famiglie dei carcerati’, questo hanno detto".

Fonte: PalermoToday →
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