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Venerdì, 19 Aprile 2024

Palermo non dimentica Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta

Sono circa 200 i bambini provenienti da diversi quartieri della città che oggi animeranno la via D'Amelio nell'anniversario della strage

Palermo ricorda Paolo Borsellino e gli agenti di scorta assassinati il 19 luglio del 1992 in via D'Amelio.

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato al figlio Manfredi Borsellino un messaggio nel quale rende "commosso omaggio alla memoria di Paolo Borsellino e di Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina, addetti alla sua sicurezza". "Come ho ricordato il 23 maggio scorso, con i tragici attentati del 1992 in cui persero la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino l'Italia fu ferocemente colpita nelle persone di suoi servitori eccezionali, di grandi magistrati, di autentici eroi di quella causa della legalità e della difesa dello stato costituzionale con la quale si erano identificati", ricorda Napolitano nel messaggio reso noto dal Quirinale.

Sono circa 200 i bambini provenienti da diversi quartieri della città che oggi animeranno la via D'Amelio. Già a partire dalle 15.30 sono previsti interventi di alcuni magistrati come Antonino Di Matteo, uno dei pm del processo della trattativa tra Stato e mafia e Domenico Gozo, procuratore aggiunto di Caltanissetta.

Poi alle 16.58 il minuto di silenzio con l'Inno di Mameli a cui seguiranno i versi declamati dalla poetessa Marilena Monti. Alle 18.30 la consegna delle targhe del movimento 'Agende rosse'. In serata arriveranno in via D'Amelio Sabina Guzzanti, Marco Travaglio e Vauro per ricordare il giudice Borsellino. Non e' prevista la presenza di politici, come chiesto espressamente dai fratelli di Paolo Borsellino, Salvatore e Rita. "Se verranno politici -ha spiegato ieri Salvatore Borsellino- li contesteremo anche se in maniera pacifica".

"A tutti noi, come membri di questa istituzione rappresentativa, spetta il compito di promuovere le riforme necessarie per dare al Paese concrete alternative all'illegalità e alla sopraffazione". Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, intervenendo nell'Aula di Palazzo Madama

"La lotta alla mafia non può essere solo una battaglia di ideali - ha proseguito Grasso - e dobbiamo intervenire sulle condizioni di sviluppo, sulla capacità dei territori di attrarre investimenti e risorse professionali, dobbiamo dare ai magistrati gli strumenti tecnico giuridici e le risorse per combattere la mafia anche attraverso la repressione dei reati correlati, a partire da quelli di corruzione, falso in bilancio, riciclaggio e autoriciclaggio. Dobbiamo sottrarre un'intera generazione di ragazzi che non studiano e non lavorano alle lusinghe del crimine e del potere"

Fonte: Palermo Today →
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