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Giovedì, 25 Aprile 2024

Il Papa che va controcorrente guida anche in Vaticano contromano

Lo riporta, con dovizia di particolari, un articolo a firma di Alessandro Gonzato, pubblicato su Libero

"Ma vai tranquillo, che qui non passa mai nessuno". Sono state più o meno queste le parole che Papa Francesco ha rivolto al parroco di Santa Lucia di Pescantina, don Renzo Zocca, quando si sono messi in macchina, una vecchissima Renault 4 con la quale Bergoglio si sposta all'interno del Vaticano, invitandolo a imboccare contro mano una strada della "santa cittadella", trasformatasi per un giro in pista automobilistica molto spericolata.

Lo riporta, con dovizia di particolari, un articolo a firma di Alessandro Gonzato, pubblicato su Libero. Nel resoconto di quel giorno, il giornalista ci racconta il particolare che Papa e parroco non indossavano le cinture di sicurezza, e che le guardie vaticane, trasformatisi per alcuni minuti in vigili urbani, hanno tentato un inseguimento a piedi (senza successo) per riportare ordine nella circolazione.

Ma come guida il Papa? Don Zocca risponde che è disinvolto e molto sicuro. «Non ho dovuto insegnargli nulla perché, appena ha visto la Renault, mi ha detto che a Buenos Aires aveva un’auto uguale e che non l’aveva mai lasciato a piedi. E pure io, in tanti anni, non ho avuto problemi». Don Zocca, che siamo andati a trovare nella sua canonica di Pescantina, rivive con intensa emozione l’attimo in cui ha incontrato il Pontefice, offrendogli la sua vecchia auto: «Mi ha abbracciato e sono scoppiato a piangere». Lo scorso giugno Bergoglio aveva detto che i papi, i cardinali, i vescovi, i preti e le suore, non devono avere auto lussuose perché la Chiesa deve essere povera e tali devono essere i suoi ministri. A tutti era rimasta impressa quella considerazione che equivaleva a un rimprovero rivolto a molti religiosi che hanno smarrito la strada dell’umiltà. Don Zocca, fondatore dell’Ancora Onlus, oltre ad essere parroco, è impegnato nell’assistenza dei più poveri e degli emarginati. Ha quindi subito rivolto uno sguardo dalla finestra alla sua Renault, vecchia di trent’anni, ma pulita, parcheggiata nel cortile della canonica. «Ecco la macchina del Papa, basterà far sostituire il motore, dargli una nuova vita, e poi sarà a posto, dato che la carrozzeria è ancora in ottimo stato, così come le gomme» si è detto, non immaginando che Bergoglio l’avrebbe accettata. E subito ha preso carta e penna: «Vostra Santità…».

La risposta del Papa non si è fatta attendere. «Il 10 agosto, alle ore 10 e 19 mi ha telefonato al cellulare: pronto sono Papa Francesco…». «Sia lodato Gesù Cristo» ha risposto d’istinto l’incredulo interlocutore. E sabato scorso la R4, lustra come se fosse appena uscita dalla fabbrica, e con le gomme che odoravano ancora di nuovo, è arrivata alla Città del Vaticano a bordo di un carro attrezzi, scortata da don Zocca e dai suoi parrocchiani, scesi in pullman da Verona. Al Papa, oltre all’auto, è stata consegnata una maglietta gialla realizzata da alcuni ragazzi delle comunità in cui opera Don Zocca, una di quelle t-shirt che il sacerdote vende per finanziare le sue opere di carità. «A quanto la vendete?» ha chiesto il Papa, interessato all’acquisto. «Chiediamo 5 euro» ha risposto il parroco. E il sommo Pontefice l’ha voluta pagare a tutti i costi, pure con un sovrapprezzo. Ha tirato fuori dalla tasca 10 euro e li ha consegnati al prete venuto da Verona. Don Zocca custodisce gelosamente la banconota nel portafogli.

Fonte: Libero →
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