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Venerdì, 29 Marzo 2024

Parlamentari con il doppio lavoro: assenze record e accumulo di retribuzioni

Giorgio Velardi e Lea Vendramel sul Fatto Quotidiano analizzano nel dettaglio tutta la vicenda. Molti dei nostri deputati e senatori continuano senza alcun problema a svolgere il lavoro che facevano prima, soprattutto avvocati, commercialisti, imprenditori e medici

Avvocati, imprenditori e medici possono continuare a esercitare anche quando diventano parlamentari. Un doppio lavoroche per molti risulta forse "troppo duro", dato che si contano assenze record e conflitti d’interesse di cui si parla troppo poco.

Giorgio Velardi e Lea Vendramel sul Fatto Quotidiano analizzano nel dettaglio tutta la vicenda. Molti dei nostri deputati e senatori continuano senza alcun problema a svolgere il lavoro che facevano prima, soprattutto avvocati, commercialisti, imprenditori e medici.

Così non lavorano a tempo pieno a Montecitorio o a Palazzo Madama, ma si dividono tra i luoghi istituzionali e i loro uffici. Invece i dipendenti pubblici (docenti universitari, magistrati e appartenenti alle forze dell’ordine, solo per citare alcuni casi) devono per legge, se eletti, mettere in standby il proprio impiego precedente.

L'esempio più lampante è quello di Niccolò Ghedini e Piero Longo, i legali di Silvio Berlusconi. I due dividono uno studio a Padova. Le loro percentuali di assenza al momento delle votazioni calcolate da Openpolis sono da brivido: il 99% per Ghedini, il numero uno dei parlamentari “assenteisti”, e l’86% per Longo. Anche grazie al loro studio quindi le loro dichiarazioni dei redditi sono notevoli: nel 2014 Ghedini ha guadagnato oltre 2 milioni di euro e Longo più di 900mila.

Da inizio legislatura Gregorio Gitti, invece, è passato da Scelta civica al Partito democratico. Ciò però non gli ha impedito di continuare a svolgere la professione di avvocato nello studio legale “Pavesi Gitti Verzoni”. Il genero di Giovanni Bazoli (Intesa Sanpaolo), contattato da ilfattoquotidiano.it, spiega che da dopo l’elezione “gli impegni professionali variano a seconda di quelli parlamentari. Di solito – spiega Gitti – dal martedì al giovedì sono a Montecitorio”. Il deputato del Pd rigetta comunque qualsiasi ipotesi di conflitto di interessi. Anzi, dice, “trovo vantaggioso il fatto che oggi in Parlamento ci siano figure con una loro indipendenza professionale”.

C'è anche invece chi ha fatto volontariamente un passo indietro. “Da quando sono senatore ho sostanzialmente azzerato l’attività forense, salvo portare a compimento quegli incarichi che non potevo interrompere senza fare un danno al cliente”, rivela Pietro Ichino (Pd). Che negli ultimi sette anni, cioè da quando è parlamentare, ha dato “soltanto tre pareri”.

Fonte: Il Fatto Quotidiano →
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