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Martedì, 23 Aprile 2024

Viaggio nell'Italia senza punti nascita, dove si partorisce in ambulanza: "Tanti rischi"

Portare avanti una gravidanza in zone d'Italia carenti di punti nascita è un problema grosso, e poco raccontato. BolognaToday ha parlato con molte donne in procinto di partorire. Diventare mamma in alcune aree dell'Appennino vuol dire trascorrere "9 mesi di angoscia"

Portare avanti una gravidanza in zone d'Italia carenti di punti nascita è un problema grosso, e poco raccontato. BolognaToday ha parlato con molte donne in procinto di partorire. Diventare mamma in Appennino, senza punti nascita, vuol dire trascorrere "9 mesi di angoscia". Infatti se ci fosse qualche complicanza il rischio è quello di partorire in ambulanza. E' una situazione assurda, paradossale,  che viene presa sotto gamba e mette a rischio due vite, quella della mamma e del bambino. In caso di problemi di salute che insorgono all'improvviso, le conseguenze possono essere gravi. 

Molte donne residenti in Appennino hanno raccontato le loro esperienze (e i loro timori) a BolognaToday. Nel recente passato si sono susseguite le prese di posizione di comitati, cittadini e istituzioni dopo la chiusura di numerosi punti nascita, come quello di Porretta Terme, che "nel bene o nel male - sottolineano le mamme - era un punto di riferimento". Chi partorisce prima del previsto, ha un'emergenza o un problema improvviso infatti, viene caricata in ambulanza e trasferita al primo pronto soccorso a Bologna.

Se il travaglio della donna è in atto, l'ambulanza genericamente non può superare i 50 chilometri all'ora, e il tempo per raggiungere il primo pronto soccorso è di circa di un'ora e un quarto. Questa è la situazione che ha dovuto affrontare Benedetta, che la scorsa settimana ha partorito in ambulanza: 

"A me è andata bene ma non si può pensare di agire solo quando qualcosa andrà male, non si può sperare che tutti i parti vadano bene prima di prendere provvedimenti perché si rischia la vita. E non è normale che gli operatori sanitari debbano addossarsi la responsabilità di fermare il mezzo di soccorso e farti partorire dove capita. Spero che non ricapiti a nessuna quanto accaduto a me, ed è necessario che le istituzioni prendano una posizione chiara e forte su questo argomento". 

Fonte: BolognaToday →
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