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Sabato, 20 Aprile 2024

Pena di morte: 676 esecuzioni capitali nel 2011, in aumento in Iran

Amnesty Internacional presenta il suo rapporto annuale sulle condanne a morte nel mondo

Sono almeno 676 le persone giustiziate nel 2011, durante il quale solo il 10% dei Paesi, 20 su 198, hanno eseguito condanne a morte. E' quanto denuncia oggi Amnesty International nel suo rapporto annuale, in cui sottolinea come i paesi che hanno eseguito le condanne lo hanno fatto a un livello allarmante, a fronte di un calo di oltre un terzo, rispetto a 10 anni fa, dei paesi che ricorrono ancora alla pena capitale.

Sentenze capitali sono state emesse o eseguite per tutta una serie di reati, tra cui adulterio e sodomia in Iran, blasfemia in Pakistan, stregoneria in Arabia Saudita, traffico di resti umani nella Repubblica del Congo e in oltre 10 paesi per reati di droga. I metodi d'esecuzione hanno compreso la decapitazione, l'impiccagione, l'iniezione letale e la fucilazione. Alla fine del 2011, erano almeno 18.750 i prigionieri in attesa dell'esecuzione.

I dati diffusi non includono, però, le migliaia di esecuzioni che Amnesty ritiene abbiano avuto luogo in Cina, dove queste informazioni non sono rese pubbliche. I dati non tengono neanche conto della probabile effettiva dimensione della pena di morte in Iran, dove secondo Amnesty International un significativo numero di esecuzioni non è stato reso noto ufficialmente.

In Medio Oriente c'è stato un profondo aumento delle esecuzioni ufficiali, almeno il 50 per cento in più del 2010, determinato da quattro paesi: Arabia Saudita (almeno 82 esecuzioni), Iran (almeno 360), Iraq (almeno 68) e Yemen (almeno 41).

Per quanto riguarda l'Iran, Amnesty International ha ricevuto informazioni affidabili secondo cui c'è stato un gran numero di esecuzioni non confermate o persino segrete, che raddoppierebbe il dato di quelle ufficialmente riconosciute.

Gli Stati Uniti rimangono ancora una volta l'unico paese delle Americhe e, nel 2011, l'unico stato membro del G8, a eseguire condanne a morte, 43 in totale. L'Europa e lo spazio ex sovietico sono risultati liberi dalle esecuzioni con l'eccezione della Bielorussia, dove sono stati messi a morte due prigionieri. Il Pacifico è risultato una regione libera dalla pena di morte con l'eccezione di Papua Nuova Guinea, dove sono state emesse cinque condanne a morte.

Il rapporto di Amnesty sottolinea, tuttavia, come anche nei paesi che hanno continuato a usare massicciamente la pena di morte, siano stati fatti alcuni passi avanti. In Cina, il governo ha eliminato la pena di morte per 13 reati, prevalentemente di natura economica.


Negli Stati Uniti il numero delle esecuzioni e delle nuove condanne a morte è notevolmente diminuito rispetto a 10 anni fa.

Fonte: TmNews →
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