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Giovedì, 28 Marzo 2024

Pensioni, chi rischia la maxi penalizzazione con Quota 100

L'uscita anticipata dal lavoro proposta dal Governo avrà un prezzo da pagare: un assegno mensile più basso. Ma la penalizzazione non sarà uguale per tutti: alcuni pensionati potrebbero ricevere fino al 34,7% in meno 

Riformare le pensioni con la cosiddetta 'Quota 100' per superare la legge Fornero avrà un prezzo da pagare: sarà possibile infatti andare prima in pensione, ma ricevendo un assegno mensile inferiore. 

Quanto può costare scegliere 'Quota 100' per uscire prima dal lavoro? La possibile penalizzazione varia da caso a caso, ma per qualcuno potrebbe essere davvero alta. Come spiega Davide Colombo del Sole 24 Ore, la 'forbice' delle penalizzazioni è ampia e cambia in base agli anni di differenza tra l'uscita prevista con la norma in vigore e l'effettivo pensionamento con 'Quota 100'. Si va da un minimo del 5,6% in meno sull'assegno previdenziale per chi si ritiri un anno prima dal lavoro (Es. Pensionamento previsto per il 2020, uscita anticipata con 'Quota 100' nel 2019), ma può arrivare fino ad una penalizzazione massima del 34,7% per i lavoratori che con la legge Fornero sarebbero andati in pensione nel 2025 e che invece decideranno di uscire dal lavoro il prossimo anno.

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Si tratta ovviamente di un caso limite, che comunque riguarda una fetta di lavoratori che, sommando gli anni di contributi a quelli lavorativi potrebbero scegliere il pensionamento anche con 5-6 anni di anticipo, ma godendo di un assegno più basso di un terzo.

Meno soldi, ma per più tempo

Ma esiste anche un'altra faccia della medaglia. E' vero che con il pensionamento anticipato si va incontro ad un assegno più misero, ma uscendo prima dal lavoro si avrà la possibilità di godere della pensione per più tempo. Da questo punto di vista, se si considerano gli anni in più di pensione, la perdita spalmata sul lungo termine diventerà dello 0,22% per chi sceglierà la 'Quota 100' nel 2019, e potrà arrivare ad un massimo dell'8,75% per chi sarebbe andato in pensione nel 2025, quindi ben sei anni prima. 

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Possibili 'quotisti' e turnover

Ma come fare a capire se l'uscita dal lavoro anticipata conviene o no? Come chiarito dal Sole 24 Ore, il prossimo anno saranno ben 437.132 i lavoratori che raggiungeranno i requisiti minimi per il pensionamento previsti dalla 'Quota 100', ossia 62 anni d'età e 38 di contributi. Secondo le simulazioni di UpBilancio sui dati Inps parla di 187mila dipendenti privati, 92mila parasuburdinati e 157mila dipendenti pubblici, con pensioni medie lorde annue da circa 30mila euro. Ma se saranno così tanti ad uscire, ci sarà il giusto ricambio? Sempre secondo le stime di UpBilancio, il problema del mancato turnover si potrebbe vedere soprattutto  nel pubblico impiego dove, a fronte dei potenziali 157mila possibili candidati al ritiro, le assunzioni previste dal ddl di Bilancio per la Pubblica Amministrazione sono così suddivise: 7.661 persone nel 2019, 5.280 nel 2020, 4.253 nel 2021. Una differenza numeri abissale, anche se va ricordato che l'uscita dal lavoro con 'Quota 100' non è obbligatoria ma volontaria.

Fonte: Il Sole 24 Ore →
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