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Venerdì, 29 Marzo 2024

Petrolio a 60 dollari al barile entro fine anno: brutte notizie per benzina e bollette

Dopo otto anni i paesi Opec tagliano la produzione di petrolio: Arabia Saudita e gli altri paesi produttori di "oro nero" dopo aver accettato per anni prezzi più bassi pur di mantenere la loro quota di mercato hanno cambiato orientamento

La domanda di petrolio non cresce più come un tempo e Arabia Saudita e gli altri paesi produttori di "oro nero" dopo aver accettato per anni prezzi più bassi pur di mantenere la loro quota di mercato hanno cambiato orientamento. I membri dell’Organizzazione dei paesi Opec riuniti ad Algeri dopo 8 anni di dissidi interni tra Arabia Saudita e Iran, il 29 settembre hanno trovato un accordo per tagliare la produzione di oltre 700mila barili al giorno passando dagli attuali 33,4 a 32,5 milioni di barili al giorno. Alla notizia le quotazioni del petrolio sono salite del 6 per cento, attestandosi intorno ai 48 dollari al barile. E i prezzi in questi giorni hanno registrato un continuo aumento, toccando quota 51 dollari al barile.

Lo scenario che ha visto una continua discesa del prezzo del greggio potrebbe cambiare velocemente: secondo l’Oil Market Report dell'agenzia internazionale dell'energia la domanda dei paesi Ocse tra il 2013 e il 2017 è tornata a crescere mentre l'incremendo dei consumi nei paesi in via di sviluppo potrebbe bilanciare un mercato debole che sconta il rallentamento del ciclo degli investimenti in paesi grandi consumatori come la Cina. 

Ora che anche l'Arabia Saudita ha abbandonato la difesa a oltranza del prezzo preferendo il mantenimento della propria produzione che ha un costo che in media non supera i 4 dollari a barile, ora punta a riportare il prezzo del greggio a quota 60 dollari al barile come riportato da Milano Finanza.

L'Arabia Saudita è ottimista circa la buona riuscita di un accordo sul taglio dell'output di greggio che potrebbe essere raggiunto nel corso del meeting tra i principali produttori, previsto per il 30 novembre. Lo ha affermato il ministro dell'Energia, Khalid al-Falih, sottolineando come i produttori al di fuori del Cartello abbiano gia' espresso la loro intenzione di lavorare con l'Opec per ridurre l'eccesso di offerta di greggio. "Credo che le forze di mercato siano cambiato dal 2014 a oggi", ha aggiunto il ministro, secondo il quale "non è impensabile" ipotizzare prezzi attorno ai 60 dollari al barile entro la fine dell'anno.

In Italia il basso costo del petrolio del 2015 ha determinato una riduzione della fattura energetica del 22,7 per cento rispetto all’anno precedente. Vista la dipendenza della bolletta energetica dai combustibili fossili il rialzo dei prezzi del petrolio rischia di interrompere la fase felice di energia a basso prezzo nel Bel Paese. 

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Fonte: Milano Finanza →
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