La richiesta di patteggiamento per 5 dei 6 imputati è “un colpo di spugna che penalizza le vittime di questa enorme tragedia". E' quel che sostiene l’avvocato Francesco Di Ciollo, che insieme ad altri legali assiste un centinaio di naufraghi della Costa Concordia nel processo in corso a Grosseto.

La Procura di Grosseto ha accolto la richiesta per tutti tranne che per il comandante Francesco Schettino. Il giudice dell'udienza preliminare Pietro Molino ha stralciato i patteggiamenti chiesti da cinque imputati del processo sul naufragio, riservandosi la decisione che è stata rinviata alla prossima data di udienza dell'8 luglio. L'udienza prosegue oggi con la difesa di Francesco Schettino, sesto imputato del procedimento. Schettino oggi è presente in aula ma al suo arrivo non ha rilasciato dichiarazioni. Non è escluso che i suoi legali presentino la richiesta di rito abbreviato.

L'avvocato che difende i naufraghi non accetta l'ipotesi patteggiamento: "In primo luogo – dice Di Ciollo al Fatto– le pene proposte sono basse e vanno da un anno e undici mesi a due anni e dieci mesi. Il patteggiamento è un colpo di spugna perché non consente l’accertamento della verità e anche perché non soddisfa le aspirazioni risarcitorie della parti civili e offese”.

“Il patteggiamento non conente al gup di poter stabilire alcuna somma né a titolo di provvisionale né a titolo definitivo. Le parti offese saranno costrette a intrapendere azioni civili di risarcimento, ma in quella sede non potranno avvalersi delle sentenze di patteggiamento perchè queste non sono equiparabili a sentenze di condanna”. L’avvocato conclude: “ Ci guarda il mondo e sarà, davvero, imbarazzante dover spiegare a russi, americani e francesi perché la giustizia italiana è così inefficace e incapace di tutelare le persone e l’ambiente”