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Venerdì, 19 Aprile 2024

Divorzi finti e nuove residenze per ottenere il reddito di cittadinanza

Reddito di cittadinanza: corsa all'anagrafe per rientrare nei requisiti e ottenere l'assegno. I controlli della Finanza e le pene severe per i furbetti. Ne parla il Corriere della Sera

Dichiarazioni false per accedere ai benefici previsti dallo Stato. Non accade da oggi, certo, ma le mosse dei furbetti per avere gli assegni di assistenza sarebbero in atto anche in occasione della presentazione delle domande per ottenere il reddito di cittadinanza. Almeno secondo il Corriere della Sera, che parla della "tentazione dei cambi di residenza per ottenere l'assegno, rispettando i requisiti Isee con trucchi come i finti divorzi". Ma andiamo con ordine.

Reddito di cittadinanza, divorzi finti e cambi di residenza: cosa sta succedendo

Le domande per ottenere il reddito di cittadinanza vanno presentate entro il 6 marzo. Secondo il Corsera, i Caf stanno ricevendo anche alcune richieste la cui quantità risulta essere decisamente anomala. A Savona, rileva il Corriere della Sera, si sono già registrate 1839 richieste di cambio di residenza, all’interno della stessa città. Circostanza anomala, per un comune che supera a malapena i 60mila abitanti.

Perché il reddito di cittadinanza "fino a esaurimento scorte" può essere un problema 

Il Corriere spiega che nel caso di divorzio, per ottenere il reddito di cittadinanza, bisogna trasferire la propria residenza. Il decreto, infatti, prevede che i coniugi separati o divorziati che vivono sotto lo stesso tetto non hanno diritto al reddito. Diverso il caso per chi va a vivere a un altro indirizzo. Sempre nel comune di Savona, in un caso su quattro di accertamento del trasferimento della residenza, i vigili urbani non hanno avuto risposta. E per un centinaio di casi è scattato un esposto alla Procura della Repubblica. Divorziando si dimezza l'Isee, per cercare di restare nella soglia massima prevista dal decreto sul reddito di cittadinanza: 9.360 euro.

Attenzione, però: il "trucchetto" potrebbe costare caro. Per chi rilascia dichiarazioni false è prevista una pena da due a sei anni di reclusione.
 

Fonte: Corriere della Sera →
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