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Sabato, 20 Aprile 2024

La lettera di Renzi: "Banca Etruria era un alibi"

Il leader del Pd ha scritto una lettera al quotidiano La Stampa: "Da Bankitalia e Consob controlli non efficienti"

"Invece di insistere sulla vicenda di Banca Etruria, su cui pure sarà interessante nelle prossime settimane ricostruire sul serio l’accaduto anziché usarla come comodo alibi per azzerare ogni critica, sarebbe interessante capire che cosa è accaduto nella vigilanza sugli istituti veneti e non solo. E non basterà cercare di scaricare in modo irresponsabile le colpe sui predecessori, più o meno autorevoli, come qualcuno potrebbe immaginare di fare, contro la nostra opinione”. Lo scrive il segretario del Pd, Matteo Renzi, in una lettera pubblicata dal quotidiano “La Stampa”.

“Per rispetto alla verità dei fatti – si legge – ho il dovere di smentire radicalmente la versione riportata dal Suo giornale. E del resto, come sanno tutti i protagonisti di quella vicenda, le cose sono andate in modo radicalmente diverso. Non è vero infatti che il Governo non sia stato informato per tempo dei commissariamenti delle banche in crisi, a cominciare da Banca Etruria. Ogni passaggio è stato concordato tra Palazzo Chigi e Mef in perfetta sintonia e tutto si è svolto in un clima di piena collaborazione istituzionale con Banca d’Italia. E anche dopo il commissariamento di Banca Etruria, avvenuto nelle prime settimane del 2015, il rapporto tra il Governo e Banca d’Italia è sempre stato corretto come hanno dimostrato i numerosi incontri successivi tenutisi a Palazzo Chigi o in via Nazionale”.

Renzi incalza e sottolinea che “il Governo, che ha agito in modo concertato e coeso come potrà agevolmente confermare il ministro Pier Carlo Padoan, e la Banca centrale hanno cercato insieme di affrontare le numerose sfide che si sono presentate in quei mesi. Nessun problema istituzionale, dunque. Nessuno. Il giudizio politico negativo sulla gestione degli organismi di vigilanza, che il Pd ha espresso nelle sedi proprie istituzionali al momento del rinnovo degli incarichi, non prima né dopo, non trae dunque spunto da presunte difficoltà istituzionali ma da una constatazione: le cose non hanno funzionato come avrebbero potuto e dovuto”.

Il leader del Pd conferma le critiche agli istituti di vigilanza: “Il nostro giudizio politico è che in questi anni Banca d’Italia e Consob non abbiano garantito un sistema di controlli efficiente. E i primi segnali che vengono dalle sedute della commissione d’inchiesta rafforzano questa valutazione. Il tempo ci darà ragione. E lo sanno tutti gli addetti ai lavori, anche quelli che pubblicamente ti danno torto e privatamente ti dicono il contrario. La verità alla fine viene fuori. Se in questi anni le autorità della vigilanza avessero passato il proprio tempo leggendo meglio i documenti dei loro colleghi anziché parlando coi giornalisti per raccontare discutibili retroscena, probabilmente il mondo del credito e della finanza oggi starebbe meglio”.

Fonte: La Stampa →
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