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Venerdì, 29 Marzo 2024

"Un gelato al limone": la pubblicità gratuita di Matteo Renzi alle aziende amiche

Il cono di Grom, il gourmet Farinetti, mister Tecnogym: tutti gli imprenditori che beneficiano della pubblicità gratuita del premier e che ricambiano con endorsement, donazioni e complimenti. Ecco come fare politica e pubblicità a piazza Montecitorio

Il gelato, il panino e poi l'allenamento e il vestito d'alta moda. Tutto davanti alle telecamere che riprendono, a volte in location d'eccezione come Montecitorio. Matteo Renzi l'ultima l'ha fatta proprio lì vicino, a piazza Colonna, dove è arrivato un carretto dei gelati e così Grom è finita su tutti i giornali nazionali e non. Uno dei tanti modi che ha il premier per portare avanti la sua politica di promozione del "Made In Italy". Ma come fa notare Luca Sappino sulle pagine de L'Espresso, quello che Renzi sta mettendo in atto nel mondo del cinema si chiama product placement: lo sponsor paga, e in una scena del film compare il suo logo, così, nel modo più naturale possibile. Il giornalista si spiega meglio:

Il premier voleva promuovere «il gelato artigianale», dice, ma perché ha scelto Grom e non una delle tante altre gelaterie, magari ancora più «artigianali»? Perché Grom, così come Eataly o Technogym, è un'azienda che gode di ottima reputazione, sicuramente, che piace a molti, perfetta per un governo sempre in cerca di un consenso plebiscitario. E poi, però, perché Guido Martinetti, patron delle gelaterie, con Federico Grom, ha sempre speso buone parole per il premier: «Con Renzi c'è un linguaggio comune, la stessa velocità, la voglia di andare incontro a cose nuove». Lo disse, pubblicamente, già ai tempi delle primarie con Bersani, incurante di esser stato per mesi dato come possibile candidato del centrodestra berlusconiano.

Ma non è una novità: Renzi coinvolge il più possibile aziende amiche, fan di sempre, punti di riferimento. Oscar Farinetti, ovviamente, è il più citato. A lui, quando il governo era ancora in fase di formazione, aveva offerto un posto come ministro, rifiutato dall'imprenditore.

Fonte: L'Espresso →
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