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Venerdì, 19 Aprile 2024

Morso da un ragno violino, il racconto del vigile: "Non parlavo più, così mi hanno salvato"

Un uomo di 59 anni è stato salvato in extremis dai medici dell'ospedale di Terni: il morso di un aracnide velenoso lo stava portando alla morte tra atroci sofferenze

Vedere la morte in faccia, tutto per colpa del morso di un ragno. Non si tratta della trama di un film horror, ma della vicenda che ha avuto come protagonista un ufficiale della polizia municipale di Terni. “Sono vivo per miracolo”, ha raccontato il 59enne in un articolo del Messaggero firmato da Nicoletta Gigli

“Quando sono arrivato all’ospedale di Terni – continua l'uomo - non parlavo più e la funzionalità di alcuni organi era ormai compromessa. Se l’ho raccontata lo devo alla professionalità dell’equipe medica del reparto di malattie infettive guidato dalla professoressa Daniela Francisci”.

Ragno violino, come riconoscerlo e cosa fare in caso di morso

A portare il vigile ad un passo dalla morte è stato il morso di un ragno, ma non uno qualunque. Si trattava infatti di un esemplare di ragno violino, una delle poche specie velenose presenti in Italia, che ha colto di sorpresa l'uomo mentre si trovava nel giardino di casa sua, alla periferia di Terni.

All'inizio il 59enne non aveva dato la giusta attenzione a quel morso, ma dopo qualche giorno la situazione è precipitata. Le condizioni dell'uomo hanno iniziato a peggiorare sempre di più, fino all'arrivo all'ospedale di Terni, dove i medici Daniela Francisci e Alessandro Lavagna sono riusciti a capire cosa stava provocando le atroci sofferenze del paziente, collegandole al morso dell'aracnide.

“Tutto è cominciato mentre facevo dei lavori a casa – ha raccontato al Messaggero l'uomo - Ho infilato le mani in un sacco di gesso, ho visto un piccolo ragno sul braccio e l’ho subito tolto. Non ho sentito dolore e non gli ho dato peso. Dopo un paio di giorni si erano formate due piccole croste a distanza di due centimetri l’una dall’altra, ma non avrei immaginato che quello sarebbe stato solo l’inizio di un calvario”. Poi il braccio ha iniziato a gonfiarsi, con un conseguente aumento della febbre. Quando è arrivato in ospedale le sue condizioni erano disperate: il braccio era in necrosi e i reni non funzionavano più: poi, dopo diverse ore di analisi e cure, i medici sono riusciti a salvare il paziente per i capelli. 

Fonte: Il Messaggero →
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