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Giovedì, 25 Aprile 2024

"L'Italia è ancora un obiettivo dello Stato islamico, ecco perché"

Il giornalista del Foglio Daniele Raineri smonta le dicerie prive di qualsiasi fondamento, come quella secondo cui "i terroristi non fanno attentati da noi perché l’Italia gli serve come punto di transito". Procede per punti, con un'analisi che su Facebook ha già avuto ampia diffusione

Lo si legge spesso, dopo ogni attentato. Qualche fantomatico esperto scrive che "in Italia non ci sono attacchi perché c’è un accordo fra i servizi segreti e i terroristi che possono usare il nostro territorio per passare ma senza fare attentati".

Il giornalista del Foglio Daniele Raineri smonta questa e altre dicerie prive di qualsiasi fondamento, come ad esempio quella secondo cui "i terroristi non fanno attentati da noi perché l’Italia gli serve come punto di transito".

Procede per punti, con un'analisi che su Facebook ha già avuto ampia diffusione. Ecco perché secondo Raineri l'Italia non è al riparo, anzi: è stato e sarà ancora un obiettivo dello Stato islamico, che spesso ha indicato il nostro Paese come bersaglio da attaccare.

Perché l'Italia è a rischio

A marzo quattro bosniaci sono stati arrestati perché preparavano un attentato a Venezia. A dicembre 2016 un italo marocchino è stato arrestato perché preparava un attentato a Sesto San Giovanni. Ad aprile 2016 quattro marocchini sono stati arrestati perché avevano ricevuto la richiesta di fare un attentato a Roma. Sono soltanto esempi recenti, già soltanto questi bastano a screditare la teoria dell'Italia come territorio da non toccare.

In Francia ci sono circa 250 individui tornati dalla guerra in Siria e in Iraq e c’è una lista di soggetti pericolosi che conta quindicimila persone. In Italia i volontari tornati da Iraq e Siria sono 6. Se si considera che per sorvegliare una persona ci vogliono 20 agenti che si alternano e fanno turni a squadre, è facile capire che per ora i francesi – ma lo stesso vale per inglesi e belgi – hanno un problema più grande degli italiani.

Questa generazione di terroristi funziona in modo diverso da quelle precedenti. Spesso non c’è un capo che impartisce ordini, ci sono individui sparsi che diventano fanatici e vanno a colpire. Se non c’è un centro di comando unico, come ci fa a essere una deliberazione di non colpire in Italia?

Fonte: Il Foglio →
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