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Venerdì, 19 Aprile 2024

Abbado e Rubbia nel mirino: "Senatori a vita con la residenza a Montecarlo"

Il Giornale oggi riporta in prima pagina una storia di cinque anni fa. Claudio Abbado e Carlo Rubbia avrebbero avuto in passato residenza a Montecarlo, e il fatto fu denunciato nel 2008 da un articolo di Repubblica

Non è andata giù al centrodestra la recente nomina dei quattro senatori a vita da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Il Giornale oggi riporta in prima pagina una storia di cinque anni fa. Claudio Abbado e Carlo Rubbia avrebbero avuto in passato residenza a Montecarlo, e il fatto fu denunciato nel 2008 da un articolo di Repubblica, ripreso oggi proprio sul Giornale.

La vicenda è la seguente. Nel 2008 venne alla luce che  32 personaggi famosi risiedevano, fittiziamente seconda l'accusa, nel Principato di Monaco. Una storia non chiara.

L’Agenzia delle entrate li ha rintracciati, scovati e consultati. Alcuni di loro hanno aderito al concordato e rateizzato la multa, altri si sono appellati alle commissioni provinciali. Il risultato è che lo Stato ha incassato più di ottanta milioni di euro. La cartella esattoriale – scriveva cinque anni fa Repubblica – è arrivata all’indirizzo di Rubbia. Abbado ha firmato il concordato.

"Ogni nuovo senatore a vita nominato da Napolitano prende 13mila euro al mese"

Era il 2008, cinque anni fa. Il 19 marzo, titolo «Italiani in fuga da Montecarlo: nuovi nomi nelle mani del fisco». «Mettendo in fila le contestazioni -– scriveva Corrado Zunino – -l'Agenzia delle entrate ha scoperto che dai contenziosi aperti con 32 “personalità conosciute” e “residenti fittiziamente” nel Principato sono rientrati oltre 80 milioni di euro. Meglio, sono stati messi a bilancio 83,502 milioni di euro». Chi erano le «personalità conosciute» contenute in quella lista di Montecarlo messa a punto dal fisco nel 2008 che avevano pagato la multa, o comunque avviato l'iter per fare il concordato, accettando le contestazioni?

Nel pezzo si ricordava il caso più eclatante, quello di Luciano Pavarotti, morto, all'epoca, alcuni mesi prima, a settembre del 2007. Quindi gli altri vip. «Per cifre inferiori – continuava l'articolo – hanno accettato le contestazioni del fisco il violinista Salvatore Accardo (171mila euro), il direttore d'orchestra Claudio Abbado, la coppia di lirici Cecilia Gasdia (144mila euro) e Michele Pertusi (85mila)...» e così via. Dunque, il maestro Abbado aveva «accettato le contestazioni». Per quale cifra non è dato sapere, l'articolo non riporta l'ammontare esatto. Ma, presumibilmente, non dovevano essere pochi euro. Lo si può dedurre da un dato. Un'agenzia Ansa del 15 aprile del 1981 riporta un elenco di artisti che figurano nei «Libri rossi» sugli accertamenti delle imposte dirette cui il fisco chiede più soldi. C'è anche Abbado, all'epoca direttore artistico della Scala di Milano, cui sono richiesti 216 milioni di vecchie lire (che a quel tempo non erano proprio spiccioli) «per due anni fiscali».

Nello stesso articolo Carlo Rubbia era citato tra i destinatari di una «cartella esattoriale».

Fonte: Il Giornale →
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