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Mercoledì, 24 Aprile 2024

Salone del Mobile: dietro la kermesse la piaga del lavoro nero

Il Fatto Quotidiano pubblica un'inchiesta sul lavoro nero e sottopagato degli immigrati nell'organizzazione del Salone del Mobile di Milano

“Salone del mobile, del marketing o delle macchine?”, si chiede il New York Times in un articolo dedicato alla principale fiera mondiale dell’arredamento. Ma forse il nome più opportuno per la kermesse che da martedì a domenica terrà banco nel polo espositivo milanese di Rho è “salone del lavoro nero”. Sì, perché buona parte dei banconi e delle pareti di cartongesso che compongono gli stand dei 1800 espositori che partecipano alla manifestazione sono stati costruiti da lavoratori, quasi sempre immigrati senza permesso di soggiorno, pagati pochi euro l’ora e rigorosamente in nero.

Inizia così l'articolo-inchiesta de "Il Fatto Quotidiano" sul "lavoro nero" che sta dietro l'organizzazione del Salone del Mobile di Milano, la kermesse per la quale quest'anno sono attesi oltre 300mila visitatori, per un fatturato di 344 milioni di euro.

Molti stand della principale kermesse mondiale dell'arredamento sono stati costruiti da migranti clandestini che hanno lavorato senza contratto e tutele per pochi euro l'ora. “E' sfruttamento, ma i soldi ci servono per mangiare”

In questo modo il quotidiano sintetizza un sistema ben rodato di sfruttamento, compiuto, come sempre sulle spalle di chi non ha scelta. O il lavoro sottopagato e senza tutela, o la fame.
 

Il video dell'inchiesta de Il Fatto Quotidiano

Fonte: Il Fatto Quotidiano →
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