"La vita non né bella né brutta, ma molto originale", diceva Italo Svevo. Una massima che si attaglia alla perfezione alla parabola di Salvador Cabañas, ex bomber del Paraguay passato nel giro di pochi anni dai fasti nel campo da gioco, a una ben più grama vita da panettiere. La vita del calciatore - per due anni miglior realizzatore della coppa Libertadores - cambia inaspettatamente la notte del 24 gennaio del 2010 quando il campione fu colpito alla testa da un proiettile a Città del Messico.

Mentre è seduto in un famoso bar della capitale centroamericana - racconta il Corriere della Sera - è colpito da un proiettile esploso da un narcotrafficante. E’ portato immediatamente all’ospedale e rimane per diversi giorni tra la vita e la morte. E’ sottoposto a un intervento chirurgico, ma i dottori decidono di non estrarre la pallottola sia perché il proiettile si trova in una parte molto sensibile, sia perché l’intervento è considerato troppo pericoloso. Dopo due mesi di riabilitazione, Cabañas esce dall’ospedale, ma la sua carriera è finita.

Vivo per miracolo, ma lontano da campo da gioco, la vita Cabañas subisce un altro duro colpo pochi mesi dopo, quando la moglie lo lascia sottranendogli, grazie al suo ex avvocato, tutti i suoi averi - tra cui un palazzo a Asunción, valutato 5 milioni di dollari. L’ex calciatore però non si è dato per vinto ed è riuscito a riconquistare il sorriso. 

"Mi sveglio ogni mattina alle 4 per distribuire il pane a Itauguá - ha dichiarato l’ormai ex campione - La gente mi riconosce per strada e comincia a parlare di calcio. Sto cercando di recuperare e la fede mi aiuta".