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Venerdì, 29 Marzo 2024

Pensioni d'oro, lo scandalo: 3.000 euro al giorno

C'è chi prende 90mila euro al mese di pensione. La classifica è stata resa nota dalla deputata del Pdl Debora Bergamini. Il ministro Giovannini: "Difficile intervenire". Ma ci sono due vie d'uscita

Hanno alzato un polverone di polemiche i dati sui cosiddetti "pensionati d'oro".  La classifica è stata resa nota dalla deputata del Pdl Debora Bergamini, che ha diffuso la risposta del ministro Giovannini a una sua interrogazione parlamentare scritta. "I dati - dice la parlamentare - dimostrano quanto sia urgente un intervento sulle cosiddette pensioni d'oro".

IL PIU' FORTUNATO - Il pensionato "più fortunato della penisola" è Mauro Sentinelli: ha un reddito mensile di 91.337,18 euro lordi. Sentinelli è un ex manager e ingegnere elettronico della Telecom, ideatore della TimCard, la scheda ricaricabile che ha fatto guadagnare miliardi alla sua azienda. Resta misterioso il nome del secondo in classifica, con 66.436,88 euro al mese.

ALTRI NOMI - Proseguiamo con la classifica: al terzo posto c'è Mauro Gambaro: novarese, 67 anni, ex direttore generale di Interbanca e dell'Inter Football Club, che prende quasi 52mila euro al mese. Poi Alberto De Petris, ex Infostrada ed ex Telecom, che ha una pensione di circa 51mila euro, poco più del manager specialista della componentistica elettronica e dei semiconduttori Germano Fanelli, 65 anni.

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COSA FARE? - Torna così in auge l'idea di un prelievo dalle "pensioni d'oro": nonostante negli ultimi anni siano state limate da leggi varie, sono pensioni davvero "pesanti". La risposta all'interrogazione parlamentare della Bergamini, lo precisiamo, ha rivelato solo le cifre e non i nomi delle rendite più ricche. I quotidiani hanno però agevolmente ricostruito l'odentità di alcuni dei primi classificati.

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NESSUNA COLPEVOLIZZAZIONE - "Questi numeri - dice l'on. Debora Bergamini al Sole 24 Ore - dimostrano tutta la portata distorsiva di quel criterio retributivo dal quale ci stiamo fortunatamente allontanando grazie alle riforme pensionistiche degli ultimi anni. Benché gli interventi in materia siano particolarmente delicati, anche sul fronte della costituzionalità, e avendo cura di evitare qualsiasi colpevolizzazione verso i beneficiari di questi trattamenti, che li hanno maturati secondo le regole vigenti, è evidente che il tema coinvolge una questione di equità e di coesione sociale non più trascurabile dalle istituzioni, specialmente in un momento di grave crisi economica e di pesanti sacrifici per tutti".

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DIFFICILE INTERVENIRE - Il ministro Giovannini ha spiegato di essere consapevole di questa sperequazione, ma ha ricordato che la Consulta con una sentenza recente ha reso difficile intervenire con prelievi e contributi "di solidarietà".

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DUE IPOTESI - Giuliano Cazzola, (ex Cgil, ex Pdl, ora Scelta Civica), grande esperto di pensioni, ha proposto due vie d'uscita da questa situazione. La prima, ricorda La Stampa, è un taglio sia della indicizzazione degli assegni rispetto al costo della vita che del rendimento dei contributi versati al crescere dell’importo dell’assegno. La seconda, il ricalcolo con il sistema contributivo delle pensioni "retributive" che superano i 5mila euro al mese in modo da prelevare parte della differenza.

Fonte: Il Sole 24 Ore →
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