Il professor Schettino sale in cattedra: insegna all'università come gestire il panico

Ha preso la parola dopo la ricostruzione del naufragio, con l’aiuto della grafica in 3D, spiegata dall’ingegner Ivan Paduano, discutendo sulla "gestione del controllo del panico". Francesco Schettino, l’ex comandante della Costa Concordia, imputato di omicidio colposo plurimo, naufragio e abbandono di un transatlantico dopo averlo portato a schiantarsi sulle coste dell’Isola del Giglio.

E' stato lui a parlare alla facoltà di medicina della Sapienza di Roma, ospite che concludeva una tre giorni in calendario dalla cattedra di psicopatologia forense, che aveva organizzato un master in scienze criminologiche. E così, da "esperto di panico", ha parlato:

Dovevo illustrare la gestione del controllo del panico. O meglio qual è la componente umana in situazioni del genere. D’altronde ho viaggiato in ogni mare del mondo. So come ci si comporta in casi del genere, come bisogna reagire quando ci sono equipaggi di etnie diverse.

AGGIORNAMENTI - Vincenzo Mastronardi, il professore che aveva organizzato la lezione alla Sapienza, è stato deferito al comitato etico "perchè ne valuti i profili, anche ai fini disciplinari". A comunicarlo è proprio il rettore dell'università Luigi Frati: "L'ateneo prende le distanze dal grave episodio e lo condanna fermamente". Il professore però si difende:

Non era un master universitario e io non ho invitato Schettino, che invece si è presentato a sorpresa e ha parlato per soli 10 minuti. Comunque sono tranquillo e chiarirò tutto nelle sedi opportune. Abbiamo proposto le ricostruzioni in 3D di varie scene del crimine, tra cui quella della Concordia. Saputolo, gli avvocati di Schettino mi hanno telefonato per comunicarmi che per par condicio ritenevano opportuno intervenire anche loro. Poi invece si è presentato direttamente lui.

Sulla vicenda arriva anche il commento del ministro dell'Istruzione, dell`Università e della Ricerca, Stefania Giannini:

Trovo che l`intervento di Schettino nel corso di un seminario organizzato da un docente dell`Università `La Sapienza` di Roma sia un fatto sconcertante. L'autonomia universitaria non può essere declinata in spregio alle famiglie delle vittime della tragedia della Concordia che rappresenta ancora una ferita aperta per questo Paese