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Giovedì, 25 Aprile 2024

Svenduti all'asta scooter dei vigili urbani: erano stati pagati 400mila euro

Il Comune di Milano si è disfatto di 108 motorini, pagati 400mila euro dall’allora sindaco Albertini ma quasi subito lasciati parcheggiati a prendere polvere nel parcheggio della polizia locale

Una storia di utilizzo dei soldi pubblici quantomeno discutibile. Gli scooter elettrici acquistati dal Comune di Milano esattamente dieci anni fa (era il 2003) per i vigili urbani, dopo dieci anni di inutilizzo, saranno messi all’asta. Il Comune si è disfatto di 108 motorini, pagati 400mila euro dall’allora sindaco Albertini ma quasi subito lasciati parcheggiati a prendere polvere nel parcheggio della polizia locale in via Fiamma, zona XXII Marzo. E' Repubblica a raccontare la vicenda.

Un commerciante di moto ha acquistato per 280 euro l’uno in un’asta bandita dal Comune tutti i motorini: "Eravamo tre pretendenti, il prezzo base era di 35 euro per ogni ciclomotore. Ora vado a venderli a un’altra asta, questa volta privata, che si terrà a Verona". Ha intenzione di farsi pagare almeno 300 euro per ogni mezzo. Il Comune quindi ha venduto i motorini a 30mila a 240 euro in tutto, perdendoci esattamente 369mila 760 euro. Un fuznionario della polizia locale dice: "Siamo comunque soddisfatti di esserci liberati di un ingombro inutile.

MILANO, MAXI RISARCIMENTI ALLE FAMIGLIE ROM

L'uomo che li ha comprati è chiaramente soddisfatto: "I mezzi, che hanno percorso pochissimi chilometri e sono sempre rimasti in garage, sono appetibili sul mercato". I motorini elettrici furono utilizzati pochissimo perché avevano batterie con la carica troppo breve. Daniele Vincini, segretario del sindacato dei ghisa Sulpm, dice: "Con la vendita degli scooter elettrici si chiude una delle pagine più assurde della storia della polizia locale di Milano, che nel 2009 ha visto anche la condanna dell’intermediario che vendette gli scooter inservibili al Comune, sfruttando peraltro alcuni fondi dell’Unione europea".

Sul caso degli scooter elettrici dei vigili, nel 2009 la Corte dei conti avviò un’indagine parallela per accertare se in quell’esborso di 400mila euro non ci fossero gli estremi per il danno erariale. I risultati dell’inchiesta — a quanto è dato sapere dagli uffici di Palazzo Marino — non si sono mai avuti e si presume quindi l’archiviazione.

Fonte: Repubblica →
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