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Venerdì, 29 Marzo 2024

Quanto ci costa la scorta di Silvio Berlusconi?

Il Fatto Quotidiano dedica oggi l'apertura del suo sito internet ai costi della sicurezza dell'ex premier Silvio Berlusconi

Una quarantina di uomini divisi in due squadre di 20 ciascuna e due auto blindate per una spesa superiore ai 200mila euro al mese. Vale a dire due milioni e mezzo l’anno. Tanto costano gli uomini dei servizi di sicurezza che ancora oggi stanno appresso all’ex premier Silvio Berlusconi.

Il Fatto Quotidiano dedica oggi l'apertura del suo sito internet ai costi, che è bene ricordare gravano sulle spalle di tutti gli onesti contribuenti italiani, della sicurezza dell'ex premier Silvio Berlusconi.

Dov'è lo scandalo? Ogni persona dotata di buon senso riconosce che un personaggio politico di tale caratura abbia diritto alla scorta e alla protezione dello Stato.
Eppure queste cifre stonano, in questo caldo agosto, se si ripensa alla campagna mediatica lanciata dai giornali vicini all'ex premier riguardo i costi della scorta del presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini, nemico giurato del Cavaliere.

Un’eredità che lo stesso Berlusconi si è costruito da solo, a più riprese, con provvedimenti ad hoc e che è riuscito a mantenere anche oggi che è un deputato come altri, solo molto molto costoso. Tanto che gli 80mila euro per la scorta balneare di Fini, da settimane oggetto di furiose polemiche, diventano briciole.

Ma c'è, ovviamente, anche dell'altro:

Gli uomini al seguito del Cavaliere, spiegano fonti molto qualificate, hanno trattamenti economici doppi rispetto ai colleghi che svolgono servizi di sicurezza ordinari. Hanno stipendi e prerogative equiparati a quelli dei colleghi dello spionaggio e controspionaggio senza esserlo. Siamo, per essere chiari, intorno ai cinquemila euro al mese. E sono appunto quaranta. I conti sono presto fatti.
Nei suoi mandati, a più riprese, il Cavaliere è riuscito a cambiare le regole sulla sicurezza e imporre uomini di fiducia provenienti dalla sua azienda. Lo si scoprirà anni più tardi, quando i magistrati baresi cercheranno risposte all’andirivieni incontrollato di persone dalle ville del Cavaliere: possibile che nessuno della sicurezza controllasse chi entra e chi esce? Si, perché il premier, proprio per tutelare la sua “privacy”, già dal primo mandato era riuscito a sostituire gli uomini dello Stato con quelli della security di Fininvest e Standa (da quel giorno in poi a libro paga degli italiani).

Sarebbe ipotizzabile che questo stato di cose sarebbe stato destinato a cambiare nel momento nel quale Berlusconi sarebbe tornato a essere un semplice deputato. Ma non è andata così.

Quegli stessi uomini, infatti, sono lì ancora oggi che il Cavaliere è tornato ad essere un deputato. Perché? Perché ha deciso così.

Fonte: Il Fatto Quotidiano →
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