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Venerdì, 29 Marzo 2024

Lettera al coetaneo razzista: "Sono nera e tu vuoi uccidermi, spiegami perché"

Laeticia Ouedraogo, studentessa 20enne originaria del Burkina Faso, ha scritto una lettera aperta rivolta al suo "coetano razzista e fascista" che, inneggiando a Luca Traini, invita a uccidere tutti i "negri" con una scritta sui muri dei bagni dell'università

"Onore a Luca Traini. Uccidiamoli tutti sti negri". E' la scritta comparsa sui muri del bagno degli uomini della biblioteca universitaria alle Zattere dell'università Ca' Foscari. Lì lavora Laeticia Ouedraogo, 20enne originaria del Burkina Faso, studentessa di lingue, e quando l'ha vista non ha potuto fare a meno di rivolgersi a quel suo "coetaneo razzista e fascista" in una lettera aperta ripresa dal quotidiano La Nuova Venezia.

"Ho tentato a più riprese di immaginare la scena di un ragazzo che come molti altri mi chiede di fare una tessera giornaliera, e lo immagino come il probabile autore delle scritte. E voglio parlargli, capire perché mi voglia uccidere, visto che sono negra", scrive Laeticia .

Io non ti odio, non perché io sia gentile. È perché sono profondamente triste per te, provo pietà perché non so come tu sia giunto a questo punto. Mi dispiace per i fallimenti che ci sono stati nella tua educazione. Mi dispiace che qualcuno sia riuscito a manipolarti a tal punto e a convincerti di queste cose. Ti hanno avvelenato la mente e il cuore con questo odio insensato e questo suprematismo bianco. Ti hanno rubato la tua libertà intellettuale e questo non è giusto. Mi sono sempre ritenuta immune al razzismo, convinta che fosse una bassa manifestazione di odio dovuto alla mediocrità intellettuale

Nella sua lettera, Laeticia immagina anche un dialogo con il suo fratellino di 8 anni, che le chiede perché i suoi compagni di scuola lo chiamino "negher". 

Leaticia: «Eh sì, ti hanno detto che sei negro. Doveva essere un insulto. Magari credono di essere migliori di te perché loro sono bianchi. Ma tu non ci devi credere, perché non è vero. La prossima volta che te lo dicono, tu rispondi che sei fiero di essere negro. Capito?».

M: «Sì».

Fonte: La Nuova Venezia →
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