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Venerdì, 29 Marzo 2024

Segnalavano posti di blocco su WhatsApp, per il giudice "non è reato"

Gli insulti sulle forze dell'ordine scambiati via chat non sono villipendio: 49 archiviazioni

Segnalare posti di blocco delle forze dell'ordine su un gruppo privato di WhatsApp non è reato e non c'è alcuna interruzione di servizio pubblico. A Genova è stata archiviata l'inchiesta che vedeva indagati 49 ragazzi della Valle Scrivia. Una decisione destinata forse a far discutere. 

I ragazzi avevano messo in piedi un gruppo a cui partecipavano via chat oltre un centinaio di persone. Lo scopo era quello di segnalare posti di blocco per evitare di incappare in multe e sospensioni della patente se si fosse alzato il gomito durante la serata.

Le segnalazioni, in alcuni casi, erano accompagnati da epiteti e insulti. Secondo il gip, però, la creazione del gruppo non avrebbe "comportato alcuna alterazione del servizio che è sempre stato svolto regolarmente, considerato il numero di utenti della strada e il numero comunque limitato dei partecipanti alla chat".

Per il giudice, inoltre, non vi sarebbe alcun vilipendio 'pubblico' visto il carattere "chiuso della chat e quindi della conversazione".

Fonte: GenovaToday →
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