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Martedì, 19 Marzo 2024

Lo sfratto, la strada, il tumore. "Voglio guarire per portare a cena la mia fidanzata"

L'incubo di Tex è iniziato quattro anni fa: "Scoprii che mia moglie non pagava l'affitto: si era giocata tutto al bingo". Poi lo sfratto, la vita in stazione e la malattia. "Adesso ho una nuova compagna e sogno un futuro lontano dalla strada"

"Il tracollo è cominciato quattro anni fa. Ero sposato, lavoravo come facchino e avevo una casa in affitto. Una sera rientrando mi sono fermato al bar, dove ho incontrato il mio padrone di casa. Mi ha chiesto se avessi dei problemi visto che non pagavo l'affitto da sei mesi. Ma come non pago l'affitto da mesi? Sono caduto dalle nuvole visto che d'abitudine, appena incassavo lo stipendio, lo consegnavo a mia moglie perché pagasse le spese e provvedesse alla dispensa. Scoprii presto che tutti quei soldi se li era giocati al bingo". Lo racconta a BolognaToday un senzatetto di 55 anni oggi ospite del dormitorio Beltrame dopo anni passati a vivere in strada. Il 55enne vuole farsi chiamare Tex, come Tex Willer, il celebre eroe dei fumetti.

La sua vita è stata stravolta in pochi mesi: aveva tutto, si è ritrovato a dover condividere un giaciglio in stazione con altri clochard. Poi una nuova mazzata: "Ho scoperto di essere malato e di avere un tumore al cervello. Un male contro il quale ho combattuto con un forte spirito e talvolta scherzandoci anche sopra - racconta Tex -, ma sempre angosciato dalla sua gravità. Adesso ho finito la chemioterapia e mi sento bene, ma aspetto con ansia che i medici mi dicano se sono guarito per poter ricominciare a vivere".

"Così siamo finiti per strada, dormivamo in stazione"

Stando al racconto del 55enne, tutto è iniziato quando la moglie ha iniziato a giocare a bingo, dilapidando così i soldi del suo stipendio. "Dopo lo sfratto il padrone di casa ci fece stare per un po' in una cantina riscaldata, facendoci usare il bagno di casa sua. Un gesto che non dimenticherò", dice Tex.

"Poi siamo finiti per strada e dormivamo in stazione: l'inverno del 2016 l'ho trascorso sui binari. Tutte le mattine prendevo il mio zaino e andavo a lavorare, ma dopo un po' visto come ero ridotto, ho perso anche il lavoro. Avevo perso 40 chili, ero a pezzi. Poi io e mia moglie abbiamo cominciato a litigare e alla fine ci siamo lasciati".

Neppure un familiare a cui chiedere aiuto? "Non ho chiesto aiuto a nessuno” racconta il 55enne. "Le uniche due mie zie erano morte e non avevo altre persone vicine. È successo però che con altri cinque homeless come me incontrati all'Help Center che allora era in stazione abbiamo instaurato un legame speciale di vicinanza, una bella amicizia. Ho cominciato a frequentare le mense per i poveri e sono stato accolto nel centro di accoglienza Casa Willy, dove sono stato per un po' creandomi anche una quotidianità fatta di piccoli lavoretti e  frequentando un laboratorio di riciclo".

"Voglio guarire per portare a cena la mia fidanzata"

Oggi Tex passa il suo tempo nei parchi "a leggere libri e fumetti, rincorrendo il sole per scaldarmi per poi tornare nella mia stanza la sera e riposarmi, mentre penso a cosa farò nel futuro, quando avrò risolto quei problemi di salute che tanto mi angosciano".

Da qualche tempo il 55enne ha anche una nuova compagna. E sogna un futuro diverso: "Non vedo l'ora di superare la malattia, poter cominciare a lavorare e con il primo stipendio portarla fuori a cena immaginando un futuro insieme lontano dalla strada". 
 

Fonte: BolognaToday →
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