Aeroporti, dove volano gli sprechi (e i soldi pubblici): ecco i casi limite
Da Aosta a Pontecagnano, passando per Falconara e Foggia, molti aeroporti italiani non funzionano o sono difficili da raggiungere, ma "restano aperti per ricevere i soldi pubblici". L'inchiesta del Fatto quotidiano
ROMA - A Foggia la pista è troppo corta per accogliere i grandi aerei. A Falconara (Ancona) il direttore generale è indagato perché i conti non tornano. Ad Aosta sono stati spesi 30 milioni di euro per una struttura ora abbandonata. E poi ci sono gli scali di Pontecagnano, Siena e Forlì, eccetera eccetera.
Gli aeroporti italiani sono 42 secondo Assaeroporti, 38 secondo l'Enac. Molti però non funzionano, ma "restano aperti per ricevere i contributi pubblici". Alcuni sono difficili da raggiungere e ancor più inadatti per gli atterraggi.
"Aeroporti, lì dove vola lo spreco" è l'inchiesta del Fatto Quotidiano sugli scali italiani "un po' chiusi e un po' aperti". Tutto mentre il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi promette che entro fine mese spedirà la bozza di un documento per i futuri investimenti ai governatori locali. Si parla di un piano di 22 miliardi di euro...