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Venerdì, 19 Aprile 2024

Fece pipì in un cespuglio 11 anni fa: licenziato professore di filosofia

Gian Antonio Stella, sul Corriere della Sera, racconta l'assurdo caso di Stefano Rho, 43 anni, che ha perso la sua cattedra per una banale multa

Ha 43 anni, è professore di filosofia e, soprattutto, ha tre figli. Ma non ha più un lavoro. Tutta "colpa" di una banale multa. Il fatto risale a 11 anni fa. Stefano Rho, nato in Uganda dove il padre e la madre facevano i medici volontari, la sera di Ferragosto del 2005 ha fatto pipì in un cespuglio. E' accaduto ad Aveara, paesino di 182 abitanti in Val Brembana.

Ebbene, Stefano è stato licenziato dal ministero dell'Istruzione. Quella sera era con un amico alla festa del paese. Una birra di troppo, due chiacchiere con gli amici. A un certo punto "gli scappa". 

Si guardano intorno. La festa ha chiuso. Il paese, salvo un lampione qua e là, è immerso nel buio. Non c’è un bar aperto a pagarlo oro. 

Così Stefano e Daniele, un suo amico, fanno pipì su un cespuglio. In quell’istante passa una pattuglia di carabinieri. 

Ci hanno visto, chiesto i documenti, fatto una ramanzina bonaria rimproverandoci perché secondo loro c’era un lampione che un po’ di luce la faceva e ciao.

Un anno i due finiscono sul banco degli imputati, davanti al giudice di pace di Zogno, "perché in un piazzale illuminato adiacente alla pubblica via compivano atti contrari alla pubblica decenza orinando nei pressi di un cespuglio". Duecento euro di multa: "Non abbiamo neanche fatto ricorso e neppure preso un avvocato di fiducia. Ci sembrava una cosa morta lì". 

Settembre 2013. Sono passati otto anni da quella banale multa. Il professor Rho, da quattordici anni precario come insegnante di filosofia, firma per il Ministero un’autodichiarazione dove spunta la voce in cui dice "di non aver riportato condanne penali e di non essere destinatario di provvedimenti che riguardano l’applicazione di misure di sicurezza e di misure di prevenzione, di decisioni civili e di provvedimenti amministrativi scritti del Casellario giudiziario ai sensi della vigente normativa". 

Qui, il suo errore. Da un controllo risulta, invece, "destinatario di un decreto penale passato in giudicato. Il professore spiega l'accaduto al dirigente scolastico, che riconosce come le sue motivazioni "appaiano plausibili". Anche perché "se il prof. Rho avesse correttamente dichiarato le condanne avute le stesse non avrebbero inciso sui requisiti di accesso al pubblico impiego". 

Per capirci: a dichiarare il falso, perfino se fosse stato in malafede, non ci avrebbe guadagnato nulla. Anzi. 

Qui però entra in gioco la Corte dei conti, che ricorda alle autorità scolastiche che Rho va licenziato. Risultato: il dirigente scolastico di Bergamo, Patrizia Graziani, prende atto della intimazione dei giudici contabili e dichiara la decadenza "senza preavviso" dell’insegnante, la perdita delle anzianità accumulate negli ultimi anni, la cancellazione del "reo" da tutte le graduatorie provinciali eccetera eccetera... Il tutto perché una sera di 11 anni fa gli è scappata la pipì.

Fonte: Corriere della Sera →
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