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Venerdì, 29 Marzo 2024

Carte prepagate per l'accredito dello stipendio: ci rimettono sempre i "più poveri"

Negli Usa sempre più aziende pagano gli stipendi con carte prepagate invece del vecchio assegno o del deposito diretto sul conto corrente. Ne fanno le spese i più poveri, sorridono le banche

Lo stipendio pagato con carte prepagate invece del vecchio assegno o del deposito diretto sul conto corrente. Negli Usa lo strumento sta prendendo sempre più piede. A guadagnarci sono le banche, che con una piccola commissione dopo l'altro riescono a scalare anche 50 euro al mese. Le prepaid card sono carte di credito sulla quale è depositata una somma fino ad esaurimento.

E' Repubblica a spiegare come funziona questo nuovo modello di pagamento. La nuova forma di pagamento degli stipendi arrichisce le banche e permette alle aziende di fare ulteriori tagli. Ne fanno le spese sono i dipendenti, soprattutto quelli che sono ai livelli più bassi.

Con le carte prepagate, ovviamente, ci si può fare di tutto. Fare la spesa, pagare il conto nei ristoranti, pagare le bollette. Le banche esigono però sempre in cambio commissioni bancarie per ogni singola operazione. Due o tre vengono sottratti ogni qual volta si usa la carta e se a utilizzarle sono dipendenti che già guadagnano pochissimo, quei 40 o 50 dollari al mese in meno fanno la differenza sul budget.

Prendiamo il caso di Davonte Yates, una ragazza di ventun anni intervistata dal New York Times qualche giorno fa. Lavora presso un McDonald's a Milwaukee, la città più importante del Wisconsin, ed è pagata 7 dollari e venticinque all'ora per servire i clienti che vengono in auto a comprare gli hamburger al drive-in. Come si usa in America riceve lo stipendio ogni due settimane ma i suoi datori di lavoro - i proprietari di questo franchising della McDonald's - non le danno scelta: deve accettare come forma di pagamento una prepaid card emessa dal gigante bancario JPMorgan Chase. Ogni mese Davonte spende fra i 40 e i 50 dollari in commissioni di banca, pari a circa 7 ore di lavoro. In pratica, è come se una giornata lavorativa non le fosse stata pagata.

Nel 2008 la crisi economica esplose proprio a causa dei prestiti e dei mutui fatti a persone "povere" che non avrebbero potuto rispettare le scadenze.

E ora cercano di far soldi "spremendo" i più deboli economicamente, quelli che sono  meno in grado di gestire strumenti finanziari con commissioni nascoste.

Fonte: La Repubblica →
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