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Venerdì, 19 Aprile 2024

Stop agli abbonamenti sull’alta velocità, la rivolta dei pendolari

Nasce il comitato "pendolari veloci": presentato al Tribunale amministrativo di Torino un esposto contro la decisione di Ntv di eliminare gli abbonamenti sulle tratte in alta velocità giudicate dai gestori non remunerative

Stop agli abbonamenti sull’alta velocità, non remunerativi, anzi persino improduttivi, perché sottraggono posti a chi è disposto a pagare un biglietto a prezzo pieno. Nuovo Trasporto Viaggiatori ha deciso, mantenendo al momento solo gli abbonamenti sulla Roma-Napoli e sulla Bologna-Milano. Trenitalia starebbe pensando di eliminarli dal 2017:

A luglio si è costituito il primo comitato "pendolari veloci" che ha presentato un esposto al Tar di Torino, città dove ha sede l’Authority dei Trasporti.

Non ci stiamo  a rischiare di vedere cancellati per sempre gli abbonamenti sulla Torino-Milano che Italo non ha più e Trenitalia potrebbe eliminare dal primo gennaio

Torino-Milano, Reggio Emilia-Milano, Bologna-Firenze, Roma-Napoli, Napoli-Salerno le tratte a rischio salasso. Pagano cifre mensili comprese tra i 203 euro, per chi fa avanti e indietro tra Bologna e Verona, e i 417 della Bologna e Milano (tariffe Trenitalia, seconda classe). Quasi sempre meno del costo di una stanza in affitto racconta Leonardo Pellegrini, portavoce del comitato Torino-Milano al Corriere della Sera.

La questione ha cominciato a complicarsi un anno fa quando Trenitalia ha palesato la necessità della prenotazione obbligatoria del posto — — per questioni di sicurezza. Al momento l’ipotesi è però rimasta sulla carta, perché quasi mai c’è posto per tutti i 1.600 abbonati

Analoghe rimostranze, supportate da Federconsumatori, sono sorte un po’ dovunque. Sulla linea Venezia-Milano, ad esempio, stanno progressivamente sparendo i treni «Frecciabianca» per essere rimpiazzati dai «Frecciarossa», con una riduzione di tempo sì, ma con un aggravio di costi. 

L’alta velocità ferroviaria è sottoposta a una competizione internazionale, non sono ammessi contributi pubblici, nè tanto meno è utilizzabile il criterio di pubblica utilità come nel caso del trasporto regionale.

Ecco perché a nulla potrebbe servire il tentativo della regione Piemonte che sta sondando il terreno per capire se può supportare i pendolari riconoscendo la differenza economica tra il costo pagato da ogni singolo abbonato e il prezzo di mercato deciso dagli operatori. Certo non è un momento a bassa conflittualità, questo, per il trasporto pendolare. C’è da registrare più di qualche malcontento per la scelta di Trenitalia che ha deciso di rivoluzionare la validità dei biglietti. Non più due mesi, ma 24 ore.

Fonte: Corriere della Sera →
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