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Venerdì, 19 Aprile 2024

Tamponi e test sierologici: come funzionano e cosa (non) possono dirci del coronavirus

Solo il tampone non basta: una ricerca statunitense mette in evidenza come il contenimento efficace dell'epidemia sia possibile solo tramite una batteria di test perché il virus "cambia sede"

Conoscere quante sono le persone immuni al coronavirus è importante, ma oggi sappiamo che la percentuale è molto bassa. Un po' perché alcune regioni stanno continuando a fare pochi tamponi, un po' perché chi ha iniziato gli esami sierologici ha impiegato test che hanno ampie percentuali di errori, ma soprattutto perché la diagnosi del coronavirus è un affare complesso.

Lo spiega una recentissima ricerca statunitense che mette in evidenza come il contenimento efficace dell'epidemia sia possibile solo tramite una batteria di test perché il virus "cambia sede", per usare le parole del noto epidemiologo Enrico Bucci. Questo perché i "marcatori molecolari" che segnalano la sua presenza e l'attivazione della nostra risposta immune cambiano nel tempo.

coronavirus come funzionano i tamponi-2

Nelle due settimane che possono precedere lo sviluppo dei sintomi, la scoperta del virus è difficile e solo in concomitanza con l'emersione dei primi sintomi il coronavirus "appare" nelle mucose e cominciano ad essere efficaci le analisi dei tamponi nasofaringei. Tamponi che possono risultare positivi fino a sei settimane dalla comparsa dei sintomi.

Si è parlato anche di come i frammenti del genoma virale siano riscontrabili anche nelle feci e la ricerca conferma come questo test rimanga positivo più a lungo di tutti gli altri. Tuttavia solo una frazione degli infetti sviluppa l'infezione in modo sostenuto nell'intestino.

I test sierologici mostrano le immunoglobuline (sia IgG, la prima risposta dell'organismo, che le IgM che mantengono la memoria dell'infezione) raggiungono un picco entro la terza settimana per poi diminuire diminuiscono (fino a scomparire le IgM, molto meno le IgG).

Insomma, la situazione come si evince e complessa ma può dare una risposta alle tante differenze registrate nei tempi dell'infezione e della continua presenza di test positivi. 

Il tampone può infatti fallire nella diagnosi nelle fasi precoci e tardive dell'infezione. I test serologici sono affetti da errori. Come spiegano gli stessi estensori della ricerca "rimangono molte domande, in particolare per quanto tempo dura l'immunità negli individui, sia asintomatici che sintomatici, che sono infetti da SARS-CoV-2".

Fonte: jamanetwork →
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