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Venerdì, 19 Aprile 2024

Pollo al posto del maiale, il "tortellino dell'accoglienza" che non piace a Salvini

La proposta avanzata a Bologna per venire incontro a chi non mangia il maiale ha suscitato le reazioni sdegnate di chi difende la tradizione (culinaria e non solo) come Salvini e la destra, mentre altri hanno lodato l'iniziativa, anche dal punto di vista del marketing

Un "tortellino dell'accoglienza", senza ripieno di mortadella per chi non può mangiare il maiale, ma con il pollo. Un attacco alla tradizionale (come tuona dai social l'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini) o una mossa di marketing (come dice il presidente della Cna bolognese)? Quel che è certo è che l'idea lanciata a Bologna, in occasione della festa patronale di Bologna di San Petronio, ha creato molto scompiglio, suscitando sia le proteste dei "puristi" culinari sia dei guardiani delle tradizioni italiani tout court, nel timore di vederle messe in pericolo dall'avanzare di nuove culture e credenze.

"Stanno cercando di cancellare la nostra storia, la nostra", è l'allarme lanciato da Matteo Salvini dall'Umbria, dove si trova per un comizio in vista delle elezioni regionali. Ma nessuno ha parlato di cancellare i tortellini tradizionali, che saranno affiancati dalla versione alternativa senza maiale. Nessuna imposizione, infatti, e nessuna sostituzione. In quanto facoltativa, secondo il bolognese doc Romano Prodi, è un'idea "perfetta". Il Professore ha risposto poi alle critiche di Salvini: "Le nostre sono tradizioni di libertà, se Salvini dice che con la libertà si offendono le tradizioni…". L'importante, aggiunge, è che il tortellino di pollo non sia obbligatorio. Libertà di scelta, insomma. Da cattolici adulti, gli chiedono i giornalisti? "No, da islamici adulti", risponde sorridendo, con una battuta.

Per il presidente della Cna locale, Paolo Carati, il tortellino "accogliente" proposto dall'arcidiocesi non è solo un segnale positivo di integrazione e dialogo ma può essere un ulteriore strumento di promozione per la città e "per portare alla nostre tavole nuovi cittadini di altri continenti, altre tradizioni, altre religioni".

L'iniziativa è stata lanciata ieri in una conferenza stampa dal Comitato cittadino per le manifestazioni petroniane, ha fatto sapere l'Arcidiocesi di Bologna, smentendo che questa sia partita direttamente dall'arcivescovo Matteo Zuppi, come inizialmente si era pensato. "Il Comitato ha previsto che, accanto ai quintali di tortellini conformi alla ricetta depositata, siano preparati anche pochi chilogrammi senza maiale per chi non può mangiarne per diversi motivi – ha spiegato l'Arcidiocesi - Nella città in cui il cardinal Farnese nel 1661 emise il bando contro la contraffazione della mortadella con tanto di pene pecuniarie e corporali per i trasgressori, il prossimo cardinale Zuppi non poteva certo cambiare la tradizione". Dall'Arcidiocesi filtra irritazione. "È sorprendente che una fake news sia utilizzata per confondere bolognesi e italiani e tanto più che una normale regola di accoglienza e di riguardo verso gli invitati sia interpretata come offesa alla tradizione. Infatti la preoccupazione è che tutti possano partecipare alla festa, anche chi ha problemi o altre abitudini alimentari o motivi religiosi. Alcune polemiche e strumentalizzazioni non sono accettabili neanche in campagna elettorale. Con la festa di san Petronio continueremo a vivere la tradizione della nostra città e della nostra Chiesa. Sarà come sempre un momento di unità intorno al Padre defensor di tutti i bolognesi".

Destra compatta contro il "tortellino dell'accoglienza" senza maiale

Ma la destra locale attacca la rivisitazione del tradizionale ripieno del tortellino. "Il rispetto passa dalla accettazione da parte di chi arriva anche delle piccole tradizioni locali, non della loro rinuncia da parte della comunità che accoglie", è il commento del parlamentare Galeazzo Bignami di Fdi, tra i più critici all'iniziativa, secondo il quale "a ben guardare è più colpevole chi rinuncia a quelle identità, di chi chiede di rinunciarvi. Perché chi cede oggi sulle piccole identità, a maggior ragione cederà domani sulle grandi identità. Semplicemente perché non ha identità".  "Poi per chi non è di Bologna o emiliano o romagnolo - continua Bignami - capisco che la cosa possa apparire poco seria. Ma in fin dei conti non è così sciocca come qualcuno cercherà di far credere. Io non ho invitato nessuno di queste persone che oggi dovremmo accogliere. Se bussa alla mia porta un affamato per carità, nessuno nega un piatto di pasta. Ma se ci si mette a opinare su cosa gli do da mangiare significa che non ha poi tutta questa fame e può tornare da dove è venuto. Non mancherà".

Critiche sono arrivate anche all'indirizzo dell'Arcidiocesi. "Follia pura", dice il consigliere regionale della Lega Daniele Marchetti mentre Manes Bernardini di Insieme Bologna concorda con chi parla di "forzatura".

Il Pd difende la variante del tortellino di pollo per l'integrazione

"La tradizione di Bologna è innovare e accogliere, non quella che vuole propagandare Salvini o peggio ancora Borgonzoni, che forse comincia adesso a leggere i libri", dice il sindaco dem Virginio Merola. "I tortellini - aggiunge - restano con la ricetta depositata. Dopodiché Salvini faccia un giro a New York dove li fanno al pollo e conditi con i piselli: o dica a Trump di chiudere quei ristoranti, visto che sono alleati, o si rassegni al fatto che nella vita le cose cambiano e le tradizioni si rispettano anche cambiando qualcosa".

"Accoglienza e integrazione sono parte della identità di Bologna. Non si tratta di cancellare le tradizioni di questa terra ma di condividerle", è la posizione del deputato bolognese del Pd Andrea De Maria, per il quali il tortellino rivisitato con ripieno di pollo pensato per includere anche chi non può mangiare carne di maiale è "un bel gesto di valore simbolico, che non mette certo in discussione la tradizionale ricetta dei tortellini", in quanto "la vera Bologna sa condividere la sua storia e la sua cultura. Una capacità di condivisione che ci ha sempre caratterizzati ed arricchiti sul piano sociale, culturale ed economico". 

Fonte: BolognaToday →
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