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Giovedì, 25 Aprile 2024

"Perché nessuno isola Totò Riina?"

"A Riina si sarebbe potuto applicare un decreto in base all'articolo “14 bis” dell'ordinamento penitenziario che restringe ancor di più il carcere duro al quale è sottoposto in base al 41 bis" scrive Lirio Abbate

Il "capo dei capi" Totò Riina, in carcere in regime di 41 bis, è libero di minacciare il pm Di Matteo e riorganizzare Cosa nostra, scrive Lirio Abate sull'Espresso, che poi si chiede: "Che sta succedendo al ministero della Giustizia?

"Come è possibile - scrive il settimanale - che il capo di Cosa nostra, Totò Riina, si possa permettere di minacciare il pm di Palermo Nino Di Matteo, comunicando con un altro detenuto mafioso, scombussolando con le sue affermazioni i vertici dell'organizzazione, anche loro in carcere, magari nello stesso istituto, e nessuno del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap) muova un dito per impedirlo? E nessuno al ministero della Giustizia se ne accorga?".

Da mesi, imperterrito, Riina sta continuando a lanciare strali, minacce e offese verso i magistrati che lo stanno processando.

La situazione è grave, perché gli inquirenti temono che il boss mafioso voglia "mandare all'esterno messaggi” e “riorganizzare Cosa nostra o preparare attentati”.

Al pm Di Matteo è stato addirittura proposto di girare per la città a bordo di un mezzo militare corazzato, il Lince.

Scrive Abbate:

A Riina si sarebbe potuto applicare un decreto in base all'articolo “14 bis” dell'ordinamento penitenziario che restringe ancor di più il carcere duro al quale è sottoposto in base al 41 bis.

Basta questo per mettere in isolamento il capo dei capi per sei mesi. La procura di Palermo l'ha proposto ma per il Dap, in base agli elementi che la direzione del dipartimento dice di aver raccolto, non può essere applicato a Riina.

Fonte: L'Espresso →
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