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Venerdì, 19 Aprile 2024

La truffa del falso bio che costa 8 milioni di euro agli italiani

Un'operazione delle Fiamma Gialle dello scorso 2 novembre ha portato alla luce una maxi truffa in Sicilia: dal 2015 alcune aziende mettevano sul mercato dei prodotti irregolari, prendendo anche i finanziamenti dell'Unione Europea 

Lo scorso 2 novembre la Guardia di Finanza ha sequestrato circa 10 tonnellate tra prodotti chimici, fertilizzanti, concimi alterati e pesticidi rigorosamente vietati in agricoltura biologica, ma utilizzati da diverse aziende in Sicilia, che percepivano indebitamente i fondi dell'Unione Europea e truffavano i consumatori, spacciando per "bio" dei prodotti che non lo erano affatto. 

Una maxi truffa che andava avanti dal 2015 e che, secondo i numeri pubblicati dal Fatto Quotidiano, sarebbe costata agli italiani una cifra intorno agli 8 milioni di euro. L'articolo pubblicato dal quotidiano di Travaglio ha approfondito la questione, notando anche delle 'crepe' nel sistema che doveva certificare queste aziende. 

Al momento sono nove le aziende coinvolte, tutte dislocate tra le province di Ragusa e Siracusa, che oltre a vendere con denominazione "bio" dei prodotti normalissimi, hanno incassato un milioni di euro dall'Ue come finanziamenti per la Politica agricola comune europea.

Ecco le stime del Fatto Quotidiano: “Il bio in Italia vale quasi 5 miliardi di euro all’anno:nel 2016 ne ha fatturati 3 grazie al mercato interno e 1,9 con le esportazioni. Siamo i primi in Europa e i secondi al mondo, dopo gli Usa. Le aziende agricole che producono bio sono 72mila e il loro numero nell'ultimo anno è cresciuto del 20%. Una su 4 non produce in via esclusiva bio e in alcune Regioni in pochi mesi sono quasi raddoppiate, come certifica lo stesso ministero delle Politiche agricole: +95% in Molise, +83% in Campania, +83% in Basilicata”.

La truffa scoperta in Inghilterra

In Italia nessuno si era accorto di questa maxi-truffa. Tutto è venuto a galla grazie ad una segnalazione arrivata dall'Inghilterra, dove erano arrivate delle zucchine biologiche su cui sono stati trovati troppi pesticidi.  Le autorità britanniche hanno avvertito l'Italia, con il ministro Martina che ha disposto subito dei controlli, che però si sono rivelati un buco nell'acqua. A vigilare sugli enti certificatori dovrebbe essere Accredia, un ente unico che opera sotto la supervisione del ministero dello Sviluppo economico. Peccato però che  gli enti di certificazione sono spesso di proprietà di cooperative di produttori, creando una sovrapposizione 'scomoda' tra controllori e controllati.

Fonte: Il Fatto Quotidiano →
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