rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024

Terremoto, la solidarietà è senza coordinamento: "Sms solidale serve solo per gli edifici pubblici"

Per le emergenze internazionali le maggiori ong hanno creato nel 2007 un’agenzia ad hoc, mentre a livello nazionale ci si muove in ordine sparso. Il rischio concreto, molto concreto, è che i soldi raccolti con le gare di solidarietà non arrivino dove chi ha donato si aspettava: l'articolo del Fatto Quotidiano, che ha intervistato l'esperto Stefano Zamagni

Non ha limiti la solidarietà degli italiani, come sempre. Il grande cuore di milioni di persone permette ogni volta di fare grandi raccolte fondi.

Al Fatto Quotidiano  l’economista Stefano Zamagni, presidente della Fondazione italiana per il dono ed ex numero uno della defunta Agenzia per il terzo settore, spiega che non mancano i problemi in questo ambito: "Non c'è nessun coordinamento. Serve una supervisione. Peccato che l'agenzia che poteva occuparsene sia stata abolita".

Per le emergenze internazionali le maggiori ong hanno creato nel 2007 un’agenzia ad hoc, mentre a livello nazionale ci si muove in ordine sparso. Il rischio concreto, molto concreto, è che i soldi raccolti con le gare di solidarietà non arrivino dove chi ha donato si aspettava.

"Anche al netto delle truffe, resta il nodo della reale efficacia delle iniziative. In Italia molte organizzazioni badano più ad aumentare il proprio capitale reputazionale che al bene dei destinatari”, continua Zamagni. “La trasparenza, cioè dire come si usano i soldi raccolti, è il minimo. Il vero problema riguarda la accountability: dare conto dei risultati che si ottengono con quel denaro. La cultura del dare conto in Italia non esiste, invece è cruciale: se spendi per comprare palloncini puoi allietare per un po’ i bambini nelle tende ma non hai risolto nessuno dei problemi di lungo periodo dei terremotati”.

C'è la necessità di affidarsi a un ente super partes, che in Italia non esiste. 

“Non può trattarsi”, continua Zamagni, “della Protezione civile, che ha il compito di gestire le emergenze e non deve occuparsi di ricostruzione. La candidata naturale per svolgere questo ruolo sarebbe stata l’Agenzia per il terzo settore. Peccato che il governo Monti nel 2012 l’abbia abolita e che l’esecutivo Renzi, che ha appena varato la riforma del comparto, non l’abbia ripristinata“. 

Manca la chiarezza, ad esempio probabilmente non è noto a tutti che con i soldi del 45500 saranno ricostruiti solo gli edifici pubblici:

I soldi non verranno usati per le case dei terremotati ma per “scuole, palestre, centri per i bambini, municipi“. Un aspetto forse non chiarissimo ai cittadini, visto che la Protezione civile si era limitata a far sapere che avrebbe provveduto a “destinare i fondi alle regioni colpite dal sisma”

Purtroppo sul web non mancano anche gli incommentabili casi di sciacallaggio a distanza.

Fonte: Il Fatto Quotidiano →
Si parla di
Sullo stesso argomento

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Terremoto, la solidarietà è senza coordinamento: "Sms solidale serve solo per gli edifici pubblici"

Today è in caricamento