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Giovedì, 25 Aprile 2024

"Violenze sessuali su due fratelli minorenni": 9 religiosi indagati

I presunti abusi si sarebbero consumati fra le mura dell’ex comunità religiosa "I Discepoli dell’Annunciazione", secondo quanto ipotizza la Procura di Prato

Cinque sacerdoti, un frate e altri tre religiosi, risultano indagati nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Prato per presunte violenze sessuali nei confronti di due fratelli, entrambi minorenni all'epoca dei fatti contestati. Ne dà notizia oggi il quotidiano "La Nazione". Gli abusi sessuali, secondo quanto ipotizzano gli inquirenti, si sarebbero consumati per anni fra le mura delle sedi di Prato e di Calomini (Lucca) dell'ex comunità religiosa "I Discepoli dell'Annunciazione", soppressa ufficialmente un mese e mezzo fa, con decreto emesso dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata della Santa Sede, per una serie di problemi.

Presunti abusi sessuali su due fratelli: 9 religiosi indagati

L'inchiesta sarebbe partita proprio dalle dichiarazioni rese dai due fratelli a distanza di alcuni anni dalle violenze, ma anche da altre persone ascoltate dagli uomini della squadra mobile della questura di Prato. La vicenda aveva avuto inizio nel giugno dello scorso anno quando all'allora vescovo di Prato, monsignore Franco Agostinelli, era stata presentata una denuncia da parte di un giovane il quale raccontava che diversi anni prima - all’epoca lui era minorenne - aveva subìto abusi sessuali e psicologici all’interno della comunità in questione. Della notizia il vescovo aveva dato immediatamente comunicazione alla Congregazione per la Dottrina della Fede, la quale nel settembre scorso aveva disposto la celebrazione di un processo amministrativo penale. Il vescovo attuale aveva così immediatamente provveduto all'apertura del procedimento - tuttora in corso - secondo le norme del diritto canonico. Senza attenderne le conclusioni, il vescovo diocesano si era recato lo scorso dicembre, di propria spontanea iniziativa presso la Procura della Repubblica di Prato. Fin da subito il vescovo aveva accolto e ascoltato il denunciante.

Qualche settimane fa la Diocesi aveva dato notizia della soppressione, voluta dalla Santa Sede, della comunità religiosa: questo provvedimento, assunto dalla Congregazione vaticana per la vita religiosa prima e indipendentemente dell'avvio del procedimento penale canonico e delle indagini da parte della Procura pratese, è basato, come già reso noto, "su gravi mancanze riguardanti il carisma e lo svolgimento della vita religiosa all'interno della comunità, oltre che dal venir meno degli aderenti".

Dopo la diffusione della notizia, il vescovo di Prato, monsignor Giovanni Nerbini, ha espresso con una nota "piena fiducia nella magistratura, offrendo agli inquirenti la fattiva collaborazione della Diocesi". "Le ipotesi di reato sono gravissime e addolorano l’intera comunità diocesana pratese", sottolinea il comunicato diffuso dalla Curia. Lo stesso vescovo lo scorso dicembre si era recato, di propria iniziativa, in Procura per riferire suoi fatti a sua conoscenza dopo le denunce presentate alla Diocesi nei mesi scorsi. 

"Non nascondo il mio dolore e la mia viva preoccupazione e vorrei sperare che gli addebiti mossi non risultino veri, ma voglio chiaramente dire - afferma monsignor Nerbini - che il primo interesse che la Chiesa di Prato ha è quello della ricerca della verità. Per questo auspico che la magistratura, nell’interesse di tutti, possa portare quanto prima a termine le indagini".
 

Fonte: La Nazione →
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