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Venerdì, 29 Marzo 2024
Salute

Vaccini, in primavera scatta l'anagrafe nazionale: che cos'è e a che cosa servirà

Le Regioni saranno chiamate a trasmettere le informazioni relative ad ogni singolo residente con cadenza trimestrale. Ma gli ostacoli non mancano

Stop alla frammentazione dei sistemi informativi: servono strumenti nuovi. L'annuncio è stato dato direttamente dalla Direzione generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute: a primavera inizia la sperimentazione dell'anagrafe nazionale vaccini. A che cosa servirà? "Permetterà all'inizio la registrazione dei nuovi vaccinati, e poi di tutti gli altri. Con i dati di tutte le altre istituzioni e di tutti gli altri registri che hanno preceduto l'istituzione del modello unico". Inoltre "sarà un strumento di gestione del problema dell'immunizzazione". In più, saranno indicate anche le motivazioni di un rifiuto della vaccinazione, se ideologico o per scarso convincimento.

Sui vaccini il governo, e in speciale modo il ministro della Salute Giulia Grillo, puntano sul cosiddetto "obbligo flessibile" ( è in discussione in XII Commissione del Senato il disegno di legge). Un ossimoro per qualcuno, al contrario "misure flessibili di obbligo sui territori, e quindi anche nelle regioni e nei comuni dove ci sono tassi più bassi di copertura vaccinale o emergenze epidemiche" secondo il M5s. La posizione di Grillo è chiara: è a favore dei vaccini. "Ma riteniamo che la coercizione non possa essere l’unico strumento a disposizione di uno Stato per raggiungere le ultime sacche di contrari" ha più volte spiegato. "Raggiungere le soglie del cosiddetto effetto gregge è determinante. Occorre però un monitoraggio sistematico, possibile solo con l’Anagrafe nazionale da me fortemente voluta. Questo perché le soglie sono diverse a seconda delle malattie e perché il recupero di copertura ottenuto lo scorso anno non ha intaccato le differenze territoriali".

Vaccini e obbligo flessibile: come stanno le cose

L'obbligo di vaccinazione per l'iscrizione a scuola diventerebbe 'flessibile' secondo la nuova legge, ovvero scatterebbe solo quando si verificheranno emergenze sanitarie o ci sarà un significativo scostamento dagli obiettivi di copertura fissati. In tutti gli altri casi, basterà rispettare le raccomandazioni degli organismi sanitari internazionali. Ma ci sono tanti dubbi. Facciamo un esempio: la copertura vaccinale sul morbillo a 24 mesi su base nazionale è del 91,68%, molto variabile tra zona e zona. Si passa dalla copertura minima della provincia di Bolzano, 71,86%, fino al 95,3% del Lazio (unica regione sopra il 95). L'obiettivo da raggiungere è il 95%, quota che quindi potrebbe far scattare l'obbligo praticamente in tutta Italia, almeno per il vaccino per il morbillo. Più alte le percentuali dell'anti-polio invece. Sempre come esempio, l'obbligo potrebbe scattare in Sicilia, Toscana, Marche, Friuli Venezia Giulia. La nuova legge creerebbe una variabilità a macchia di leopardo, difficile da comprendere (cosa fare se un bambino si trafserisce da una regione all'altra?). La soglia minima dell’immunità di gregge varia a seconda dell’infezione infatti i vari patogeni hanno differenti indici di contagiosità. Ma per le infezioni più diffuse, contro cui si vaccina, è possibile considerare al sicuro l’intera popolazione quando almeno il 95 per cento di essa risulta vaccinata.

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L'Anagrafe nazionale nei piani del ministero, se efficace, sarebbe così il pilastro della rivoluzione "obbligo flessibile": infatti un monitoraggio in real time, capillare, sarebbe nei piani dei proponenti un primo passo per superare la legge Lorenzin di due anni fa. Ma secondo il primo Rapporto dell’Osservatorio strategie vaccinali, ci sono parecchi ostacoli: infatti se è vero che per le vaccinazioni pediatriche tutti i servizi sono ormai dotati di un’anagrafe informatizzata, questo spesso vale solo per il territorio di competenza della singola Asl. Alcune regioni che hanno già un'informatizzazione utilizzano software diversi all'interno della regione stessa. E per adulti e anziani l'anagrafe informatizzata nel 34 per cento dei casi non c'è. Solo nel 14 per cento dei casi i medici di medicina generale vi hanno accesso. Un report, messo a punto intervistando con doppio questionario (uno per l’età pediatrica e l’altro per l’adulto) i direttori dei circa ottanta dipartimenti di prevenzione, propone una soluzione: "Creare sistemi informativi bidirezionali, che possano garantire una comunicazione diretta tra servizi vaccinali e medici di assistenza primaria e uniformare tutti i software in uso ai requisiti minimi previsti dal Piano nazionale vaccini".

Le Regioni saranno chiamate a trasmettere le informazioni relative ad ogni singolo residente con cadenza trimestrale. Il trasferimento dovrà avvenire entro il mese successivo al trimestre di riferimento. I dati di ciascun assistito saranno conservati nell’Anagrafe nazionale fino a 30 anni dopo il decesso della persona. Il trasferimento dei dati sarà ricompreso tra gli adempimenti obbligatori per le Regioni al fine di accedere al finanziamento integrativo a carico dello Stato.

Quanti sono i No-vax in Italia?

Secondo un'indagine condotta nel 2016 da ricercatrici e ricercatori italiani, tra cui alcuni dell'Istituto Superiore di Sanità, pubblicata sulla rivista internazionale Vaccine nel 2018, i genitori di bambini di 16-36 mesi contrari ai vaccini sarebbero lo 0,7% del totale dei genitori con figli in quella fascia d'età. Se partendo da questa percentuale volessimo fare una proiezione su un totale di 8.281.859 minori 0-14 anni, sarebbero 57.278 i bambini non vaccinati, per un totale di 114.556 genitori. Sempre secondo la ricerca pubblicata su Vaccine, i genitori esitanti sarebbero il 15,6%, mentre l'83,7% è a favore.  "La quota di bambini i cui genitori sono contrari ai vaccini e quindi, secondo le nostre proiezioni, non si vaccineranno è tra gli 80.000 e i 100.000 in Italia", secondo Fausto Francia, presidente della SITI.

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Anagrafe nazionale vaccini: di che cosa si tratta

Con il Decreto del ministero della Salute 17 settembre 2018, pubblicato nella G.U. n. 257 del 2018, viene istituito e disciplinato il funzionamento, presso il ministero della Salute, dell'Anagrafe nazionale vaccini, con l'obiettivo di garantire la corretta valutazione delle coperture vaccinali, utile sia a monitorare l’attuazione dei programmi vaccinali in atto su tutto il territorio nazionale, coerentemente con il calendario vaccinale nazionale vigente, sia a fornire informazioni agli organi nazionali, comunitari ed internazionali nell’ambito dello svolgimento di funzioni e compiti correlati alla tutela della salute, anche mediante l'elaborazione di indicatori a fini comparativi.

Vaccinazione nelle Asl italiane (foto Ansa)

Con l’istituzione dell’Anagrafe nazionale vaccini vengono definite le informazioni che tutte le Regioni e Province Autonome devono fornire al ministero della Salute:

  • i soggetti vaccinati
  • i soggetti da sottoporre a vaccinazione
  • i soggetti immunizzati 
  • i soggetti per i quali le vaccinazioni possono essere omesse o differite solo in caso di accertato pericolo per la salute 
  • le dosi e i tempi di somministrazione delle vaccinazioni effettuate
  • gli eventuali effetti indesiderati.

Inoltre, il decreto specifica le funzionalità che le anagrafi vaccinali regionali devono mettere a disposizione e, sulla base di quanto stabilito al Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2017-2019, individua il data set minimo di informazioni che le regioni devono trattare per la realizzazione delle anagrafi uniche a livello regionale, requisito indispensabile per la corretta alimentazione dell’Anagrafe nazionale vaccini. Infine, per garantire l’aggiornamento delle anagrafi vaccinali regionali, l’Anagrafe nazionale vaccini mette a disposizione delle Regioni e Province Autonome le informazioni relative alle vaccinazioni effettuate in una regione o in una provincia autonoma diversa da quella di residenza, sia che si tratti di prestazioni occasionalmente effettuate al di fuori della propria residenza, sia nel caso di cambio di residenza in un’altra regione o provincia autonoma. I dati dell’Anagrafe nazionale vaccini, realizzata nel rispetto della normativa vigente sulla privacy, possono essere diffusi solo in forma aggregata e anonima.

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