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Sabato, 20 Aprile 2024
Salute

Cosa deve fare chi soffre di eiaculazione precoce?

Quali sono le cause? Ed esistono rimedi efficaci? Lo abbiamo chiesto ad Andrea Militello, specialista in Andrologia e Urologia

Si stima che siano circa 4 milioni gli italiani che soffrono di eiaculazione precoce, anche se non è facile avere certezze nel campo dei numeri dal momento che per molti uomini il sesso veloce sotto le lenzuola è ancora un argomento tabù. Secondo il quotidiano sanità, l'eiaculazione precoce è infatti una condizione medica sotto diagnosticata: il 90% di chi soffre di questo "disturbo" non si è mai curato e appena 1 su 10 sa che sono disponibili rimedi efficaci (fonte: Società italiana di Urologia).

Ma cosa si intende nello specifico per eiaculazione precoce? La definizione dell'International Society for Sexual Medicine è la seguente:

"Disfunzione sessuale maschile caratterizzata da eiaculazione che avviene sempre o quasi sempre prima o entro un minuto dalla penetrazione vaginale; incapacità a ritardare l’eiaculazione stessa in occasione di tutte o quasi tutte le penetrazioni vaginali; conseguenze negative quali disagio, fastidio, frustrazione e/o un atteggiamento di evitamento rispetto alla intimità sessuale".

Che fare allora in questi casi? Ne abbiamo parlato con Andrea Militello, specialista in Andrologia e Urologia a Roma.

Quali sono le cause dell'eiaculazione precoce? Per la sua esperienza, si tratta più spesso di un problema fisico o di un blocco psicologico?

Le cause dell’eiaculazione precoce possono essere di natura organica, legata essenzialmente alla presenza di fattori predisponenti quale frenulo corto, fimosi, o prostatite sub clinica. Ma possono essere anche collegate alla carenza di serotonina, un neuro modulatore che modula il riflesso eiaculatorio a livello cerebrale e lombosacrale. Non sono da escludere cause di natura emozionale e psicogena: spesso le due cause partecipano contemporaneamente rinforzandosi a vicenda.

A chi deve rivolgersi chi soffre di eiaculazione precoce?

Direi che il primo approccio è sicuramente di tipo andrologico, fosse anche solo per escludere le cause organiche e per iniziare eventualmente dei trattamenti sintomatici.

Quali sono le cure, i rimedi più efficaci, sia nel caso dell'eiaculazione precoce di origine psicologica che su base organica?

La componente psicogena comporta innanzitutto la necessità di un confronto con il sessuologo clinico, il più delle volte, da un punto di vista strettamente terapeutico. Il trattamento di elezione è con la dapoxetina (nome commerciale Priligy), un farmaco che in  è in grado di aumentare temporaneamente i livelli di serotonina rallentando e allungando quindi il riflesso eiaculatorio. Per quanto riguarda le cause organiche in presenza di frenulo corto o fimosi viene indicato l’intervento chirurgico correttivo, in caso di ipersensibilità del glande esistono oggigiorno molecole desensibilizzati locali come ad esempio Fortacin spray.

Ci sono dei comportamenti che si possono adottare nell’intimità per  ridurre l’ansia da prestazione?

Esistono numerose tecniche che permettono un rilassamento e l’allontanamento dell'ansia ma devono essere modulate sul paziente e proposte spesso proprio dal sessuologo clinico.

È vero che a volte questo problema tende a risolversi spontaneamente con l’avanzare dell'età?

L'eiaculazione precoce che compare nel giovane spesso ha una componente psicogena legata anche all'inesperienza, componente che tende nel tempo a scomparire man mano che prendiamo più sicurezze sulle nostre potenzialità e con lo stabilirsi e rafforzarsi del rapporto anche sentimentale e non solo sessuale.

Che ne pensa del Fortacin, lo spray in commercio per combattere questo problema? Come agisce? Ci sono effetti collaterali? Esistono altri farmaci in commercio?

Il Fortacin è l'ultima proposta terapeutica, uno spray contenente Lidocaina e Prilocaina che permette una somministrazione omogenea sul glande pochi minuti prima del rapporto riducendo l’attività delle fibre sensitive, attualmente ha una buona risposta sui pazienti trattati. Tra le alternative farmacologiche dobbiamo ricordare Priligy, farmaco che aumenta temporaneamente i livelli di serotonina, e gli approcci non chimici come ad esempio l’uso della Griffonia, di cui mi sto occupando da qualche anno e che ho presentato all’ultimo congresso Nazionale Nau.

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