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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Salute

Un ragazzo su cinque fuma quotidianamente sigarette, l’allarme: "Troppo facile acquistarle"

Lo rivelano i dati italiani raccolti nell’ambito del sistema di sorveglianza internazionale Global Youth Tobacco Survey

Un ragazzo su cinque fuma quotidianamente sigarette tradizionali, mentre il 18 per cento dei giovani tra i 13 e i 15 sceglie quelle elettroniche. Lo rivelano i dati italiani raccolti nell’ambito del sistema di sorveglianza Global Youth Tobacco Survey (Gyts), un’indagine sul consumo di tabacco fra i giovani condotta in 180 paesi e promosso dall’Ufficio regionale per l’Europa dell’Oms. I dati dell’indagine 2018, coordinata dall’Iss, sono stati presentati stamattina in un workshop al ministero della Salute.

La raccolta dati è stata effettuata in Italia nell’anno scolastico 2017-2018 e ha coinvolto una trentina di scuole secondarie di primo grado e altrettante di secondo grado: 1700 gli studenti coinvolti in totale.

Le ragazze fumano di più le “bionde” tradizionali

Il maggior numero di fumatori abituali di sigaretta tradizionale si trova tra le ragazze (il 24 per cento, contro il 16 dei coetanei maschi) mentre i ragazzi usano più abitualmente le sigarette elettroniche (22 per contro, con il 13).

I dati del rapporto mostrano inoltre che la diffusione in soli quattro anni delle sigarette elettroniche è diventata paragonabile a quella delle sigarette tradizionali, con il numero dei fumatori abituali più che raddoppiato (ora al 18 per cento) mentre quello degli occasionali si attesta al 44 per cento, con un aumento del 60 per cento. Importante il monitoraggio dell’uso dei nuovi prodotti a tabacco riscaldato, di nuovo ingresso nel mercato italiano. Secondo lo studio, per ora si registrano prevalenze di uso abituale pari al 2 per cento e di uso occasionale pari al 4 per cento.

Dalla ricerca risulta ancora alta la percezione dei ragazzi di poter smettere quando vogliono (81 per cento), anche se poco più della metà ha tentato realmente di farlo negli ultimi 12 mesi e soltanto un intervistato su due ha ricevuto un aiuto per riuscire in questo intento.

Inizio precoce e fumo passivo

La fascia di età dell’iniziazione al fumo di sigaretta è quella della scuola secondaria di primo grado (10-13 anni).  Il 27% dei ragazzi che non ha mai fumato pensa di iniziare a fumare nei 12 mesi successivi l’intervista e ad essere più convinte sono le ragazze (34%) rispetto ai ragazzi (27%). In questo gioca un ruolo importante l’offerta da parte degli amici: il 31% si dice disponibile a fumare una sigaretta se offerta da un amico e il 46% sarebbe disponibile ad accettare l’offerta di usare la sigaretta elettronica. La suscettibilità a iniziare a fumare comunque si sta riducendo nel tempo, passando dal 42% del 2010 al 27% del 2018.

L’utilizzo della sigaretta è visto come un modo per superare le insicurezze in pubblico: il 40% riferisce che la sigaretta aiuta a sentirsi a proprio agio in occasione di eventi sociali o feste, mentre il 21% pensa che fumare aiuti ad aver più amici e il 14% a sentirsi più attraenti.

La stragrande maggioranza dei ragazzi (87%) sa che, con certezza, il fumo di tabacco è dannoso per la salute e solo il 9% lo ritiene probabile; per quanto riguarda il danno alla salute dovuto all’uso della sigaretta elettronica solo il 39% lo considera certo e il 35% probabile.

La famiglia gioca un ruolo importante: il 74% dei ragazzi riferisce che in famiglia è stato affrontato il tema del danno del fumo. Nell’ambito scolastico, poco più della metà dei ragazzi (57%) riferisce di aver assistito a lezioni concernenti i pericoli del fumo da tabacco nell’anno precedente l’intervista.

Un ragazzo su due, inoltre, riferisce di essere stato esposto al fumo passivo in casa propria nell’ultima settimana. Secondo i ricercatori, si tratta di un valore ancora “troppo alto e costante nel tempo”. In questo contesto, neanche la scuola è percepita come un luogo smoke free. Nonostante la legge Sirchia in vigore dal 2003, rimangono ancora troppo alti i valori del non rispetto del divieto di fumo all’interno e all’esterno degli istituti scolastici ma si riduce la percentuale di insegnanti che fumano all’interno della scuola passando dal 44 del 2010 al 14 per cento del 2018, così come quella degli studenti che scende da 56 del 2010 al 29 per cento del 2018.  In aumento il favore espresso dai ragazzi dell’estensione del divieto in altri ambiti come per esempio il divieto di fumare nelle automobili (che ha registrato il consenso del 93% degli intervistati e oggetto del recepimento della direttiva del 2016) ma anche quello in luoghi all’aperto come gli stadi, la spiaggia, i parchi o la fermata del bus.

Lo studio denuncia infine quanto sia “troppo facile” l’accesso all’acquisto di sigarette tradizionali presso le tabaccherie “nonostante l’inasprimento della normativa”: il 20 per cento dei ragazzi intervistati riferisce di acquistare le sigarette presso le tabaccherie (nel 2010 erano il 49 per cento) mentre tra coloro che provano a comprare le sigarette presso una tabaccheria, ben il 68 per cento riferisce che nessuno si è rifiutato di vendergliele pur essendo minorenne. L’accesso alla sigaretta elettronica, invece, è prettamente di comunità: 8 ragazzi su 10 la ottengono da un amico, il resto l’ha acquistata attraverso diversi canali (rivenditore, farmacia, Internet, ecc). Tra chi tenta l’acquisto presso un rivenditore, il 76 per cento dichiara di non aver ricevuto il rifiuto di vendita per minore età, previsto dalla legge anche per le sigarette elettroniche

Il ruolo dei media

Lo studio definisce “preoccupante” la “riduzione della quota di chi riferisce di aver visto o sentito messaggi contro il fumo sui media (dal 92% del 2010 al 51% del 2018) e durante gli eventi sportivi o musicali (dal 62% del 2010 al 33% del 2018)” e “molto alto” risulta il ricordo della presenza di scene di fumo in TV e nei film (92% nel 2018), che non sono oggetto di alcuna normativa. In riduzione ma non trascurabile la quota di ragazzi che dichiara di aver visto pubblicità dei brand del fumo nei negozi (dal 26% del 2014 e al 18% del 2018) e ancora di più in eventi sportivi (dal 63% del 2010 e al 26% del 2018), materia oggetto di regolamentazione.

Nel confronto dei dati 2014 e 2018 non si registra un effetto dell’inserimento sui pacchetti di sigarette o di trinciati delle avvertenze combinate (immagini esplicite dei danni del fumo + testo + telefono verde Iss), imposto nel 2016 dal recepimento dell’ultima direttiva europea: nel 2014 l’87% dei ragazzi dichiara di averle notate contro l’81% del 2018; sia nel 2014 che nel 2018 solo 1 su 3 ha pensato di smettere dopo aver visto le avvertenze e poco più della metà dei non fumatori hanno dichiarato di aver pensato di non iniziare a fumare. Questi risultati sono in linea con altre indagini che dimostrano che l’attenzione ai pittogrammi subisce un incremento temporaneo in concomitanza all’ingresso sul mercato dei nuovi pacchetti.

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