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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Salute

Sanità, lunghe liste di attesa e costi elevati: così milioni di italiani rinunciano alle cure

I dati del report dell'Osservatorio civico sul federalismo in Sanità di Cittadinanzattiva, che rivela anche differenze nei tempi d'accesso tra pubblico e intramoenia

Più di 11 milioni di italiani rinunciano o ritardano l'effettuazione di una prestazione medicano addebitandone la causa ai tempi di attesa troppo lunghi. Una condizione vera soprattutto nelle regioni del Centro Italia e per gli anziani sopra i 65 anni. E sono 6,2 milioni i cittadini che dichiarano di aver rinunciato a una prestazione per motivi economici, soprattutto nelle regioni insulari e per le fasce di reddito più basse.

E' questo il quadro che emerge dal VI Rapporto dell'Osservatorio civico sul federalismo in sanità, presentato oggi da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, con il contributo non condizionato di Bristol-Myers Squibb, Janssen e Sanofi. Il report rivela anche che i tempi d'accesso tra pubblico e intramoenia sono davvero distanti: in Campania per una visita oculistica nel pubblico si attendono oltre i 100 giorni, quando nel canale intramurario la stessa prestazione è erogata entro 5 giorni; per una colonscopia nel Lazio si attendono 175 giorni, mentre in intramoenia soltanto 6 giorni; e ancora in Lombardia occorrono 98 giorni per un ecodoppler venoso nel pubblico e 4 giorni in intramoenia; in Veneto per un ecocardiografia l'attesa nel pubblico è di 95 giorni, mentre in intramoenia ci vuole appena una settimana.

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Tempi d'attesa, Italia sempre a due velocità

Quanto alle liste d'attesa, in ambito oncologico per un intervento per tumore al polmone si attendono circa 13 giorni in Basilicata e Valle d'Aosta, oltre 43 in Veneto e addirittura 61 giorni in Calabria. Per un intervento di tumore al seno i tempi migliori si registrano nella Provincia autonoma di Bolzano (16 giorni) mentre i tempi più lunghi sono in Valle d'Aosta (52). Per il tumore all'utero i tempi d'attesa variano tra gli 11 giorni nella P.a di Bolzano e i 34 del Lazio. Per le protesi d'anca la variabilità è ancora più marcata: si passa dai 28 giorni della Calabria ai 107 del Veneto. Per l'accesso alle chemioterapie si registrano tempi piuttosto contenuti in tutte le regioni, ma con punte significative di attese nel caso dell'Umbria dove si attendono anche 20 giorni. Nella P.a di Trento al contrario si registrano i tempi più bassi 4,5 giorni di attesa. Per un intervento di ernia inguinale i tempi più lunghi si registrano in Valle d'Aosta con 156 giorni d'attesa a fronte dei 31 della Sicilia e della P.a di Bolzano. Per l'accesso alla coronarografia i tempi più lunghi li troviamo in P.a di Bolzano (44 giorni) e Piemonte (39 giorni), a fronte dei 9 giorni in Abruzzo e 10 in Puglia.

Superticket, fuga verso il privato

E' tutta 'colpa' del superticket, ovvero i 10 euro aggiuntivi sulle ricette per visite specialistiche ed esami di laboratorio, se gli introiti per lo Stato derivanti dai ticket sono in costante riduzione: si passa da oltre 1,5 miliardi di euro del 2012 a poco più di 1,3 del 2017, cioè 212 milioni di euro in meno l'anno. Lo indica Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato nel VI Rapporto dell'Osservatorio civico sul federalismo in sanità, presentato oggi a Roma. Secondo Tonino Aceti, coordinatore nazionale Tdm di Cittadinanzattiva, "abrogando il superticket, come promesso dal Governo, si potrebbero riportare dentro al Servizio sanitario nazionale un gran numero di risorse e di cittadini che oggi, per costi e tempi per alcune prestazioni, quelle più a basso costo, preferiscono ricorrere al privato perché più conveniente". Risultano oggi 7 le Regioni - ossia Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Basilicata - che si sono avvalse della possibilità di ricorrere a misure alternative ai 10 euro. Recentemente, inoltre, hanno adottato iniziative volte a eliminare o ridurre il peso del superticket le Regioni Emilia Romagna, Lombardia e Abruzzo.

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