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Venerdì, 29 Marzo 2024
Psicologia

I pregiudizi hanno effetti sul cervello

Un nuovo studio dimostra che gli stereotipi alterano la percezione del volto influendo così sul modo in cui vediamo le persone

Avere uno stereotipo cambia il nostro modo di vedere le persone, ma non è solo un modo di dire. Come spiegato in un nuovo studio pubblicato su Nature, gli stereotipi sociali cambiano il nostro modo di percepire la realtà e non riusciamo più a essere obiettivi.

Ma cos'è lo stereotipo? Si tratta di una visione semplificata e schematica per cui gruppi di persone vengono identificate attraverso alcune caratteristiche. Può essere neutrale, positivo o negativo, ma si tratta in tutti i casi di una credenza. Cosa succede però nel nostro cervello? Questo è quanto hanno cercato di studiare due ricercatori del dipartimento di Psicologia della New York University.

Per analizzare i processi cognitivi inconsci delle persone, i due scienziati si sono serviti di una tecnica chiamata "mouse-tracking", un sistema di monitoraggio dei movimenti della mano con un mouse: si sfrutta il fatto che i soggetti debbano effettuare scelte in frazioni di secondi e che, analizzando i micromovimenti del cursore, si riescano a eludere eventuali alterazioni volute dai partecipanti. In altre parole è un sistema molto sottile per evitare che i dati vengano falsati dai soggetti che prendono parte allo studio.

L'ipotesi è che uomini e donne vengano percepiti in maniera diversa, secondo degli stereotipi e che ci possa essere un legame anche con i meccanismi cerebrali. Per questo motivo ai partecipanti è stato chiesto di esprimere i pareri su alcune immagini, mentre veniva monitorata l'attività cerebrale attraverso risonanza magnetica funzionale (fMRI).

Si è così visto che gli uomini, soprattutto quelli di colore, venivano percepiti come più arrabbiati, rispetto alle donne, ritenute più "felici", in controtendenza con le reali espressioni delle persone. Questo significa che vi è una percezione non obiettiva del volto che ci fa apparire i volti asiatici più femminili di quelli degli uomini di colore e via dicendo. Si è poi riusciti a legare queste informazioni all'attività cerebrale, in particolare alla corteccia fusiforme normalmente coinvolta nell'elaborazione dei volti. Da queste è analisi è quindi emerso che vi è un'attivazione che segue i nostri stereotipi, con modelli simili, ad esempio, tra uomini di colore e persone arrabbiate, anche quando i volti non hanno oggettivamente quell'espressione.

Cosa dedurre da questi risultati? Secondo gli autori questa ricerca mostra che tutti abbiamo dei pregiudizi più o meno grandi e che questi alterano i meccanismi di elaborazione cerebrale, rendendo la nostra percezione non più totalmente oggettiva: un pregiudizio che è quindi difficilmente sanabile con la semplice "correzione". In futuro, dunque, queste analisi potrebbero essere affinate per diminuire i pregiudizi inconsci.

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