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Martedì, 16 Aprile 2024
SALUTE

La dieta vegetariana provoca mutazioni genetiche? La correlazione c'è

A dirlo un gruppo di ricercatori della Cornell University; fortunatamente però nessun pericolo per la salute

La dieta vegetariana può causare mutazioni, ma non c'è nulla di cui preoccuparsi. A dirlo i risultati pubblicati sulla rivista “Molecular Biology and Evolution” da un gruppo di ricercatori della Cornell University, secondo i quali questo regime alimentare potrebbe aver favorito la diffusione di mutazioni che aumentano la sintesi di alcuni particolari grassi, come l'acido arachidonico.

La dieta vegetariana è da tempo al centro di polemiche: la medicina suggerisce una dieta a base soprattutto di alimenti di orgine vegetale, ma sottolinea anche spesso che i vegetariani hanno più carenze nutrizionali degli onnivori. La notizia sulle mutazioni "provocate" da questo regime alimentare rischia quindi di trasformarsi in un'inutile accusa ai vegetariani. Vediamo dunque di capire cosa esattamente hanno scoperto gli studiosi.

Un gruppo di ricercatori ha cercato di capire quale fosse il legame tra il regime alimentare vegetariano e le modificazioni genetiche. Per fare questo il team della Cornell University ha utilizzato i dati del 1000 Genomes Project, la più grande banca dati delle varianti geniche umane e ha confrontato il Dna in relazione al tipo di alimentazione sulla popolazione onnivora statunitense e quella vegetariana di alcune zone dell'India.

Si è così scoperto che vi erano alcune diversità specifiche dei vegetariani: in particolare si è notato che il 70% degli indiani presentava la mutazione in una porzione di Dna che serve al funzionamento di due geni, FADS1 e FADS2, mentre nei soggetti americani la mutazione ricorreva solo nel 20% dei casi. Questa mutazione ha fatto sì che i geni funzionassero molto di più.

Ma che cosa servono questi geni? Essi sono coinvolti nella produzione di acidi grassi "polinsaturi", il più famoso dei quali è l'acido arachidonico: un grasso omega-6. L'acido arachidonico è importante nel processo di infiammazione, sia per promuoverla sia per inibirla e questo dipende dal contenuto di altri grassi, gli omega-3, e in particolare dal rapporto tra queste due classi. Un'alterazione di questo rapporto può infatti provocare uno stato di infiammazione cronica.

Perché la mutazione è "favorita" nei vegetariani? Proprio per ristabilire questo rapporto; tanto che la mutazione si ritrova anche in diete povere di acidi grassi polinsaturi, normalmente presente nei pesci grassi. Al contrario, popolazioni che si nutrono di pesci molti grassi come gli Inuit, hanno mutazioni negli stessi geni che riducono la produzione di quegli stessi grassi. In altre parole, se mancano gli alimenti di origine animale sarà l'organismo a produrre l'acido arachidonico.

Il problema insorge però quando popolazioni vegetariane moderne, come quelle dei Paesi in via di sviluppo, iniziano a consumare molti grassi che contengono precursori proprio dell'acido arachidonico, come olio di arachide, di mais e tanti altri usati nell'industria alimentare. In questo caso, vi sarebbe un livello eccessivo di grassi come l'acido linoleico col rischio di problemi cardiovascolari, oltre a cancro del colon.

Le abitudini alimentari favoriscono dunque la diffusione di mutazioni che ci permettono di mantenere un giusto equilibrio tra i nutrienti. La dieta vegetariana non è da meno ma questo regime alimentare non comporta rischi per la salute. Attenzione però nel variare il regime alimentare perchè l'assunzione di tanti oli può diventare pericolosa.

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