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Giovedì, 25 Aprile 2024
Sicurezza alimentare

"Troppo olio d'oliva dall'estero in Italia: attenzione alle frodi"

L'allarme della Coldiretti dopo i dati sull'importazione del 2014: lo scorso anno sono entrate in Italia ben 666mila tonnellate di olio d’oliva "straniero"

L’Italia è invasa dall’olio d’oliva prodotto all’estero. Questo l’allarme lanciato dalla Coldiretti, secondo cui nel 2014 si è registrato un aumento record del 38 per cento sulle importazioni di olio d’oliva nel nostro Paese: ben 666mila tonnellate di olio d’oliva e sansa “straniero” lo scorso anno, con il rischio che questo venga poi spacciato per italiano sul mercato. A favorire le importazioni, sottolinea la Coldiretti, il calo produttivo che ha fatto registrare un meno 35 per cento per i raccolti nazionali, con una produzione scesa ora sotto le 300mila tonnellate, rispetto alle 464mila dello scorso anno.

LA DENUNCIA DELLA COLDIRETTI - Eppure, nonostante l’esistenza di un rigoroso quadro normativo, definito dalla legge 9 del 2013 per introdurre importanti misure per la trasparenza nel settore, oggi la Coldiretti denuncia “una diffusa disapplicazione delle norme previste a partire dal mancato controllo di regimi di importazione che non consente di verificare la qualità merceologica dei prodotti in entrata per cui, ad esempio, l'olio d'oliva viene spacciato per l'olio extravergine d'oliva e l'olio di sansa passa per olio d’oliva”. La Coldiretti sottolinea inoltre la mancanza di “controlli per la valutazione organolettica del prodotto che consentirebbero di distinguere e classificare gli oli extravergini d'oliva individuandone le caratteristiche, mentre latitano anche le sanzioni per inadempienza, che prevedono l'uso obbligato dei tappi antirabbocco nella ristorazione dove continuiamo a trovare spazio le vecchie oliere indifferenziate, ad ulteriore beffa e danno per i consumatori”; questa disapplicazione della legge si estende anche "al mancato contrasto nei riguardi dei marchi ingannevoli che inducono spesso in errore i consumatori che non sono in grado di conoscere esattamente cosa portano a tavola”.

NORME E TRASPARENZA - Il nostro paese “è il primo importatore mondiale di oli di oliva, che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all'estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri”. La Coldiretti punta il dito ancora contro “la mancanza di trasparenza nonostante sia obbligatorio indicarla per legge in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009”. L’associazione denuncia la scarsa visibilità sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere e in vendita nei nostri supermercati della dicitura: 'miscele di oli di oliva comunitari', 'miscele di oli di oliva non comunitari' o 'miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari’, obbligatorie per legge nelle etichette dell'olio di oliva. “La scritta è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull'etichetta che la rende difficilmente visibile”. Il pericolo è dietro l’angolo: “Spesso bottiglie con extravergine ottenuto da olive straniere sono vendute con marchi italiani e riportano con grande evidenza immagini, frasi o nomi che richiamano all'italianità fortemente ingannevoli. In alcuni casi si tratta di semplici inganni ma in altri di vere e proprie frodi come confermano i sequestri di oli e grassi effettuati dai Carabinieri dei Nas per prodotti adulterati che sono aumentati in valore del 483% dal 2007 ed hanno raggiunto nel 2014 il valore di 7,5 milioni di euro”.

CHE COSA FARE - La Coldiretti suggerisce di “guardare con più attenzione le etichette ed acquistare extravergini a denominazione di origine Dop, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100% da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori nei frantoi o nei mercati di Campagna amica".

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