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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Il sanguinoso affare dei corni di rinoceronte: il prezzo è "mostruoso"

Una pratica assurda ma ancora molto diffusa mette a rischio la sopravvivenza dei rinoceronti. Facciamo il punto su un business "senza cuore"

Secondo le stime il prezzo di un corno di rinoceronte è di 95 mila dollari al kg. Un prezzo folle, come folle è la pratica di utilizzarli. A comprarli soprattutto Cina e Vietnam, per via delle credenze riguardo proprietà curative, senza alcun fondamento scientifico.

Eppure, come spiega Missione Scienza, un tempo non era così. Venticinque anni fa in Cina il corno era stato bandito dall'uso nella medicina cinese e, anche per questo motivo, il prezzo del corno era molto più basso: 500 o addirittura 250 dollari al kg. Questo voleva dire anche un numero molto minore di rinoceronti uccisi per lo scopo. Dal 2008 però, purtroppo, le cose sono cambiate e il numero è tornato a crescere, passando da poco più di 10 a quasi 400 nei soli primi mesi del 2015.

Purtroppo per questi motivi la popolazione di rinoceronte nero è ridotta del 90% rispetto al 1960 e sorte simile sta toccando agli altri "tipi" di rinoceronte.

Per sconfiggere il bracconaggio si sono tentate diverse via, come in Namibia, dove il Ministero dell'Ambiente ha ordinato l'amputazione dei corni, suscitando non poche polemiche. L'idea, decisamente nuova, è quella invece di ricorrere alle stampanti 3D per produrre corni sintetici di cheratina, in modo da abbassare il costo dei corni e dissuadere i bracconieri dall'uccidere i rinoceronti. Un'operazione sicuramente non facile, ma che si spera possa davvero servire a preservare i rinoceronti rimasti delle specie più a rischio.

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