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Giovedì, 25 Aprile 2024
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I nuovi casi di tumore in Italia tendono (per la prima volta) a diminuire

Un milione di persone sono guarite o convivono con una diagnosi tumorale, mentre per il 2019 si stima un calo delle nuove diagnosi: 2mila nuovi malati in meno rispetto al 373mila registrati nel 2018

Il cancro è sempre più prevenibile e, oggi, anche più curabile. Dai nuovi dati dei registri sanitari arriva una buona notizia sul fronte della lotta ai tumori: i nuovi casi di cancro in Italia tendono infatti a diminuire. Nel 2019 sono stimate 371mila diagnosi (196.000 uomini e 175.000 donne), mentre erano 373 mila nel 2018: ben 2.000 in meno in 12 mesi. Lo si legge nel censimento ufficiale redatto dall'Associazione italiana di oncologia medica e dell'Associazione italiana registri tumori. 

Nel volume 'I numeri del cancro in Italia', presentato al ministero della Salute, si legge un altro dato incoraggiante: almeno un paziente su 4 - quasi un milione di persone - è tornato ad avere la stessa aspettativa di vita della popolazione generale e può considerarsi guarito.

Tumori, i numeri del cancro in Italia

Le cinque più frequenti forme di tumore in Italia sono quelle di mammella (53.500 casi nel 2019), colon-retto (49.000), polmone (42.500), prostata (37.000) e vescica (29.700).

Sono in calo le neoplasie del colon-retto, dello stomaco, del fegato, della prostata e, solo negli uomini, i carcinomi del polmone. Che continuano, invece, ad aumentare fra le donne (+2,2% annuo) in relazione alla preoccupante diffusione dell'abitudine al fumo di sigaretta fra le italiane. In crescita anche il tumore della mammella e quelli del pancreas, della tiroide. Cresce l'incidenza dei melanomi soprattutto al Sud.

Il 5% degli italiani vive con una diagnosi di cancro

Quasi 3 milioni e mezzo di italiani (il 5,3% dell'intera popolazione) vivono dopo la diagnosi di cancro, cifra in costante crescita (erano 2 milioni e 244 mila nel 2006, 2 milioni e 587mila nel 2010, circa 3 milioni nel 2015), grazie ad armi sempre più efficaci e alla maggiore adesione ai programmi di screening. In aumento anche la sopravvivenza: il 63% delle donne e il 54% degli uomini sono vivi a 5 anni dalla diagnosi.

"I dati indicano che l'incidenza delle neoplasie è in riduzione in entrambi i generi - spiega Stefania Gori, presidente nazionale Aiom - mentre il tumore al seno si conferma il più frequente nella popolazione, e la diagnosi risulta in crescita soprattutto in virtù dell'estensione dei programmi di prevenzione. Non costituisce un fenomeno negativo, perché vengono individuati in fase iniziale e con alte probabilità di guarigione molti tumori che, senza lo screening, sarebbero stati scoperti in stadio avanzato".

"Il costante incremento delle persone che vivono dopo la diagnosi (nel 2019 circa 3 milioni e mezzo) - conclude Fabrizio Nicolis, presidente Fondazione Aiom - richiede un'attenta valutazione dell'impatto sanitario e sociale in termini di programmazione del follow-up e della riabilitazione". 

Malati "incorreggibili": bevono e fumano anche dopo diagnosi tumorale

Dati positivi sul fronte della cura ma le abitudini malsane permangono e restano difficili da debellare anche tra i malati di cancro. "Mantengono abitudini, quali fumo, abuso di alcol, sedentarietà o scarso consumo di frutta e verdura, che rappresentano fattori di rischio per recidive tumorali o aggravanti della patologia stessa" sottolinea Maria Masocco, responsabile dei sistemi di sorveglianza Passi e Passi d'Argento coordinati dall'Istituto superiore di sanità. 

"Un'analisi degli stili di vita degli ultra 65enni che hanno ricevuto una diagnosi di tumore mostra come nel biennio 2016-2017 è di ben l'11% la quota di persone che si mantengono fumatori abituali. Il 18% fa ancora un consumo di alcol rischioso per la salute (superando il limite indicato dall'Organizzazione mondiale della sanità per gli ultra 65enni di una unità alcolica al giorno) e il 40% dichiara di essere sedentario. Infine, è relativamente bassa (13%) la quota di persone che consuma almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno, come raccomandano le linee guida per una corretta e sana alimentazione".

Per cosa si muore di tumore in Italia

La prima causa di morte oncologica in Italia è costituita dal carcinoma del polmone (33.838 decessi, seguito da colon-retto (19.575), mammella (12.760), pancreas (12.049) e fegato (9.702). Il tumore del polmone (nel periodo 2003-2014) si conferma il primo big killer e mostra una tendenza in calo negli uomini (-1,6%) e in aumento nella popolazione femminile (+2,2%).'.

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